Questo Villaggio è stato riconosciuto patrimonio mondiale protetto da parte dell’Unesco, ed è uno dei pochi esempi rimasti al mondo di Villaggio Operaio conservato ancora ai giorni nostri (è tuttora abitato).
La costruzione del Villaggio iniziò nel 1878 da parte della famiglia di industriali Crespi, originari di Busto Arsizio.
Il Villaggio e la sua vita ruotavano intorno alla fabbrica, centro nevralgico del paese. Ad ogni lavoratore veniva consegnata una casa con giardino, ed inoltre il “padrone” metteva a disposizione dei lavoratori ed alle proprie famiglie tutti i servizi necessari, ovverosia scuola, ospedale, dopolavoro, etc..
Il lungo viale principale taglia in due nettamente il Villaggio. A destra, verso il corso dell’Adda, troviamo il castello / residenza dei Crespi, a sinistra invece troviamo scuola e chiesa.
Dietro la scuola e la chiesa partono, ramificandosi tra di loro, tante piccole vie, dove si trovano gli alloggi dei lavoratori. Alcuni sono stati ristrutturati, posti in maniera elegante, altri sono rimasti tali e quali come cento e passa anni fa. Immergendosi in queste viette, pare che il tempo si sia fermato, e si può immaginare come si svolgesse la vita a quei tempi. Sembra di essere fuori dal mondo, in una piccola comunità isolata e del tutto autosufficiente, dove oltre al lavoro, in questo luogo, potevano nascere amori, gioie, succedere lutti e nascite, ma sempre circoscritto all’interno del Villaggio, come se davvero si fosse in una campana di vetro.
E’ lungimirante l’idea dei Crespi, ovverosia trarre chiaramente profitto dalla loro fabbrica, ma nello stesso tempo provvedere alla tutela e benessere sotto ogni punto di vista dei suoi lavoratori. Non è da confondersi con un tentativo di controllo sui suoi operai, ma bensì è un punto d’incontro tra datore di lavoro e lavoratore (anche se penso che al giorno d’oggi il modello di Crespi d’Adda non sia più proponibile per svariate ragioni, nonostante il fatto che la fabbrica abbia cessato la produzione nel 2004).
Tornando alla planimetria del Villaggio…come dicevamo troviamo la lunga strada principale che poi dal centro del paese porta al cimitero. Cimitero dedicato esclusivamente ai residenti di Crespi d’Adda…visitandolo troviamo, appena entrati sia sulla sinistra che sulla destra il campo dei bambini, con lapidi in pietra, mentre posteriormente sono dislocate le tombe degli adulti, come se si andasse in ordine d’età. Le lapidi degli adulti riportano foto di vecchi “regiù”, proprio come una volta, con cappellaccio in testa e lunghi baffi. Sul lato verso il fiume si trovano invece le tombe recenti. Frontalmente invece troviamo l’enorme famedio della famiglia Crespi, posto come a dominare l’intero cimitero.
Ritornando verso il Villaggio, troviamo le villette stile Liberty dei dirigenti ed impiegati della fabbrica, leggermente staccate dal resto delle case degli operai, quasi non si volesse confondere tra di loro le due “categorie”. Sono davvero molto belle, con giardini di generose proporzioni, ancor oggi tenute molto bene.
E poi ci reimmergiamo ancora nelle viette del paese, dove scopri angoli di un tempo passato, vedi bambini che giocano in strada, signore intente a fare la maglia sotto il portico di casa, gatti che ti guardano sornioni, per poi finire il nostro giro sulla collinetta che domina il Villaggio, dove troviamo la villetta del medico e del prete che dominano la spianata delle case operaie….
Che dire, è un’esperienza bellissima visitare Crespi d’Adda, ci riporta indietro di quasi un secolo, ci fa immaginare la vita dei nostri nonni, delle prime industrie del ‘900 come le nostre NIVEA e De Angeli, ci fa respirare un’aria strana, di decadenza ed imponenza nello stesso momento.
E’ un luogo che consiglio a tutti di visitare, perché in fondo anche questo fa parte del nostro passato, della nostra cultura, della nostra vita…ci ricorda chi siamo, e da dove veniamo…ci ricorda un mondo che piano piano scompare, quindi prima che scompaia, raccogliamo i suoi ricordi e portiamoli a conoscenza di tutti…
La chiesa |
Scuola ed Asilo |
Le case operaie |
Il primo lavatoio |
Grazie per l'articolo e soprattutto per le foto!
RispondiEliminaHo visitato Crespi d'Adda per la prima volta alle medie, e da allora ci sono tornato altre due volte in tempi recenti per mostrarlo a degli amici. E' un posto stranissimo e bellissimo. ^^
Mauro
Si Mauro, è davvero un posto bellissimo !
RispondiEliminaMi fa piacere che anche ad altre persone interessino questi posti, consiglio davvero a tutti di visitare Crespi d'Adda !
Grazie Mauro, alla prossima !
Buonasera, sapete quale sia il significato del simbolo di Crespi d'Adda?
RispondiEliminaBuongiorno, da una "velocissima" ricerca in internet, la stella a otto punte di Crespi d'Adda dovrebbe significare la pianta di una città ideale rinascimentale rifacendosi a Sforzinda (Milano) - per esempio, legga questo link, trovato fra i tanti: https://www.iltimoniere.it/gennaio-2021/sforzinda-la-citta-ideale-milanese-del-rinascimento/, oltre ad avere innumerevoli significati esoterici (ma non è il mio campo, e quindi non mi addentro più di tanto)...
RispondiEliminaGrazie per aver letto l'articolo, cordiali saluti.
Ferruccio
La setlla a otto punte,
Grazie mille per il suo articolo e il blog, che nonostante la datazione è sempre utile a scambiare informazioni preziose
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