giovedì 11 marzo 2021

Bosco del Lazzaretto di Gerenzano - marzo 2021

 


Questo era uno dei sentieri più belli dei boschi gerenzanesi. Seppur lungo solo un centinaio di metri circa, ti avvolgeva in un'atmosfera particolare, quasi paterna, avendo grossi fusti di robinia ai lati che ti accompagnavano da un capo all'altro delle sue estremità. Ed in questo periodo, il boschetto del nostro sentiero in questione, è un tappeto fiorito di anemoni bianchi appena sbocciati. Una fonte anonima mi ha segnalato sul mio blog che in parte il boschetto è stato abbattuto in questi giorni. Mi sono quindi recato sul posto, ed effettivamente non posso fare altro che confermare. La parte in prossimità della strada lato posteriore che conduce alla piattaforma ecologica, è stata praticamente rasa al suolo.

È un peccato a mio parere, in quanto il bosco in questione è quello conosciuto come "il bosco del Lazzaretto" (una volta la zona boschiva era molto più ampia, e sicuramente il "bosco del Lazzaretto" comprendeva altre parti vicine), il quale per i gerenzanesi, ha una valenza religiosa e storica. Qui probabilmente vennero sepolti i morti locali causati dalla peste "manzoniana", e qui, fino a circa una cinquantina di anni fa, si veniva in processione partendo dalla chiesa parrocchiale. Sul luogo (un campo di fronte al boschetto), era presente un’ara con una colonna sormontata da una croce (l’ara è quella ora posta nel cortile interno del Municipio di Gerenzano), di epoca molto antica.

Probabilmente il proprietario ha deciso di “pulire” per bene il bosco, magari immagino anche a causa di un’eventuale instabilità di alcune piante, spiace perché il luogo perde sicuramente di fascino. Sia chiaro, non sono assolutamente contrario al fatto che si faccia manutenzione ai boschi, anzi deve essere eseguita per eliminare rovi, infestanti in eccesso, eventuali alberi malati e diradamento degli stessi (in passato tutti i “paisan” proprietari di boschi la eseguivano). La mia vuole essere solo un'osservazione su cosa è avvenuto in un luogo "storico" gerenzanese, magari dovuto anche a cause di forza maggiore,  non è un’accusa, ci mancherebbe altro! Bisognerebbe conoscere la motivazione reale per cui è stato fatto il taglio, tenendo anche conto che seppur facente parte del Parco dei Mughetti, nell’area in questione le opere di taglio colturale dei boschi sono ammesse previa denuncia agli enti preposti. Consideriamo che qualche anno fa, la stessa sorte, anche se in maniera minore, era toccata sempre al medesimo bosco nella parte recintata all'interno del Parco degli Aironi, dove la caduta di alcune piante aveva rovinato la recinzione metallica e soprattutto creava pericoli per la sicurezza di persone e animali del parco. Nella maggior parte dei casi, quando si esegue questo tipo di intervento invasivo, risulta purtroppo necessario...

Dispiace perché in passato si era anche parlato di valorizzare il luogo, con il riposizionamento dell’ara e di pannelli didattici che spiegassero la storia del Lazzaretto (a meno che il tutto non rientri in quest’ottica e questi lavori siano in previsione di una futura riqualificazione dell’area, cosa che francamente spero).

Ho sempre immaginato che le piante presenti nell'area del Lazzaretto, rappresentassero un po' le "lapidi" dei morti di peste dell'epoca. Ma ora, purtroppo, parte di quelle "lapidi" sono andate perdute…

Storia del Lazzaretto eseguita dalla Proloco di Gerenzano e pubblicata su “Il nostro Comune” nel settembre 2014

La memoria dei nostri Luoghi: “IL LAZZARETTO” di Gerenzano

Una leggenda: Và a vonges (vai a ungerti)

Così recita uno sgarbato detto milanese che trae le sue origini da un fatto singolare: si riteneva che la peste del 1630 a Milano venisse diffusa prevalentemente dai cosiddetti untori, di manzoniana memoria.

“Untori“: così erano definiti quegli uomini che venivano indicati dal popolo come posseduti dal demonio e da esso incaricati di ungere le porte ed i muri delle case con malefici unguenti per contagiare e spargere la peste. Si riteneva che questi “unguenti” fossero dei composti a base di sterco umano, cenere, topi e altri pericolosi veleni.

Si racconta:” ….Era noto un antidoto alla peste, la cui ricetta fu estorta con la tortura ad un untore, … “, che poi fu impiccato a causa delle gravi accuse mossegli.

Come la ricetta dell’antidoto recitava, questi dovevano essere gli ingredienti:“….cera nuova once tre, olio d’oliva once due; olio di Hellera, olio di sasso, foglie di aneto, orbaghe di lauro peste, salvia, rosmarino, once mezza per ciascuno; un poco d’aceto.Far poi bollire il tutto riducendolo a una pasta con la quale ungere le narici, le tempie, i polsi e le piante dei piedi ma solo dopo aver mangiato cipolle, aglio e bevuto aceto ...”

La storia

Il Lazzaretto sorge come luogo di sepoltura dei morti delle grandi pestilenze che hanno interessato tutto il Ducato di Milano prima nel 1576-1577, e successivamente dal 1629 al 1632, come descritto dal Manzoni nei Promessi Sposi. L’uso di seppellire i morti in zone discoste dal paese è generalmente invalso in tutte le comunità della Lombardia: una colonna con la croce veniva posta “in memoriam” a qualificare la sacralità del luogo.

A Milano il Lazzaretto ha avuto dimensioni colossali: ancora oggi ne resta una piccola parte in via San Gregorio e la Cappella centrale in Via Lecco.Anche a Gerenzano si è dovuto creare un Lazzaretto ove seppellire i morti di peste, lontano dall’abitato.

Del Lazzaretto si hanno poche notizie storiche: si trovava nei pressi della Cascina Inglesina e si raggiunge percorrendo un piccolo sentiero nel bosco, proprio di fronte al sentiero che conduce alla cascina.Questo è l’unico elemento identificativo oggi rimasto in quanto la radura ed i suoi confini sono ormai quasi cancellati e nascosti tra rovi e infestanti robinie

I ricordi

Nella memoria dei gerenzanesi il Lazzaretto ha sempre mantenuto un posto privilegiato; nei loro ricordi era costituito da uno spiazzo nel bosco: una radura al centro della quale era posta una colonna con la croce. I vecchi di Gerenzano ben ricordano come, fin dopo la seconda guerra mondiale, all’alba delle domeniche delle rogazioni di primavera, si andasse in processione al Lazzaretto e dopo una preghiera ed un giro di orazioni intorno alla croce, si ritornasse in parrocchia per la Santa Messa. Anche nei casi di clima avverso, quando si faceva un triduo propiziatorio, prima si andava in processione a pregare al Lazzaretto; il giorno dopo a san Giacomo; ed infine al Cimitero. Il Lazzaretto, con la sua radura, costituiva una sorpresa per chi camminava nel bosco fitto, invitando alla sosta e alla meditazione presso la colonna di pietra. L’ara su cui poggiava la colonna si trova attualmente all’interno di spazi municipali: la vecchia colonna in parte è stata recuperata ma della croce non si ha più notizia. Un luogo così significativo per Gerenzano costituisce ancora una memoria importante che dovrà essere mantenuta e recuperata prima che un velo d’oblio lo cancelli definitivamente. Per questo la Pro Loco di Gerenzano ha presentato all’Amministrazione una ipotesi di riqualificazione del sito affinché il luogo torni ad essere una memoria viva ed essere ancora una meta per i Gerenzanesi.

Storia dell’ara che era presente nel Lazzaretto (ora al centro del cortile interno del Municipio) – tratta da “L’Alto milanese, terra di culti” di Antonio Sartori – Mélanges de l’École française de Rome – Antiquité - 1992








L'ara posizionata ora nel Municipio di Gerenzano


La precedente ubicazione dell'ara nel Municipio di Gerenzano



L'ubicazione del bosco del Lazzaretto sulla mappa del Catasto Teresiano del 1722 (mappa aggiornata con l'indicazione della posizione della colonna del Lazzaretto, inserito nel riferimento catastale n° 502 pari a 1,6 pertiche, denominato "Pascolino del Lazzaretto del Comune" - indicazione di Mauro Ghirimoldi)



L'ubicazione della colonna del Lazzaretto su mappa del 1788, indicata in una zona completamente boschiva


Bosco del Lazzaretto - 1954





Bosco del Lazzaretto - 1975


Bosco del Lazzaretto - 1998



Bosco del Lazzaretto - 2012



Cartina del 1807, dove viene indicata una località chiamata "Lazaretto" ubicata tra Cerro, Rescaldina e Legnano (tratta da "La Cascina Olmina in Legnano - storia e origini" di Giovanni Pedrotti)

Giovanni Pedrotti, sul suo scritto relativo alla Cascina Olmina di Legnano, ipotizza che la località denominata "Lazaretto" nella cartina, possa fare riferimento all'omonimo luogo di Gerenzano. A mio parere risulta difficile che lo possa essere, in quanto è sì vero che il Lazzaretto gerenzanese è ad ovest del nostro paese andando verso Rescaldina, ma nella mappa in oggetto, seppur con i suoi limiti ed errori "grafici" di posizionamento che possiamo immaginare avere, visto che risale al 1807, la località mi pare fin troppo spostata verso il legnanese, addirittura oltre Rescaldina e Cerro.

Per completezza d'informazione, il Pedrotti, in una successiva mappa della zona risalente al 1883, fa notare che la località "Lazaretto" è divenuta "Cascina Lazzaretto", ed è posizionata molto vicina a Cerro. Mi sento quindi di escludere categorigamente che tale cascina possa essere il Lazzaretto di Gerenzano.

Mappa dell'Impero Asburgico della zona a ovest di Gerenzano - eseguita durante la seconda campagna militare di rilievi (1806-1869)


Sono indicati:

  1. Lazzaretto di Cislago (divenuto poi l'attuale cimitero)
  2. Cislago
  3. Chiesa di Santa Maria Inziata (Santa Maria della Neve - Cislago)
  4. Cascina Massina
  5. Osteria della Fagnana (Fagnana)
  6. Turate
  7. Cà dei Pra (Turate)
  8. Bettolino di Gerenzano (osteria)
  9. Gerenzano
  10. Cascina Inglesina
  11. Fornaci (Gerenzano)
  12. Chiesa di San Giacomo (Gerenzano)
  13. Beata Vergine del Soccorso (Chiesa e cascina di Santa Maria del Soccorso - Uboldo)
  14. Cascina Girola (Uboldo)
  15. Darsena (identificabile come la darsena del lago Villani - Uboldo)
  16. Cascina Beretta (detta anche Cascinaccia - Gerenzano)

Curiosamente è indicato il Lazzaretto di Cislago ma non quello di Gerenzano.

Ul Lazzarett in dialetto, di Mauro Moretti


Foto del bosco del Lazzaretto disboscato












Anemoni bianchi in fioritura nel bosco del Lazzaretto




Un'interessante estratto dal libro "Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia" del 1876, dove viene indicato anche il Lazzaretto di Gerenzano

Si parla delle rendite da inserire nel debito pubblico dovute al passaggio dei beni immobili degli enti morali ecclesiastici, come deciso dal Regio Decreto n° 3312  serie seconda, firmato da Vittorio Emanuele II, e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno in data 13 ottobre 1876.

Nell'elenco proposto di seguito, viene menzionata la relativa rendita della "Fabbriceria della Chiesa Parrocchiale" per il Lazzaretto dei morti sito in Gerenzano.