martedì 27 maggio 2014

L'orto è in subbuglio...è ripartita l'ennesima stagione "agricola"...

Come tutti gli anni pubblico un piccolo articolo (e soprattutto tante foto) sul mio orto...se sbirciate nel blog troverete quelli degli anni passati... 

Dopo le fatiche primaverili, dove vango e concimo il mio appezzamento di terreno, piano piano stanno crescendo i primi frutti !
Certo, il sudore e le "ossa" (come dicono i nostri vecchi) che ho lasciato in esso sono tanti, come d'altronde lo furono quelle di mio nonno e mio padre. Ma considero una fortuna poter lavorare e coltivare la terra, primo perchè sei a contatto con essa, ne percepisci odore, consistenza e potenzialità, secondo perchè hai l'immensa soddisfazione di mangiare frutta e verdura frutta freschissima, che ha profumo e sapore, non quelle "cose" indefinite che ti vendono nei supermercati (e di cui non sai i trattamenti eseguiti).

Quest'anno la produzione di piantine di pomodoro varietà "Carnelli", ha assunto proporzioni gigantesche. Parrà strano, ma la morte di mio padre, avvenuta circa due anni fa, ha ulteriormente alimentato la leggenda dei suoi pomodori. Se già prima molti gerenzanesi gli chiedevano di mettergli da parte svariate piantine di pomodoro per il loro orto, ora le richieste giunte sono davvero tantissime. A marzo ho seminato ben 726 piante delle seguenti varietà: tondi e crepugnati, che sono quelli che vanno per la maggiore e che hanno reso celebre mio padre, poi a pera sia piccoli sia grossi, cuore di bue, Piccadilly (i classici pomodorini da bruschetta), e per finire pomodori gialli, arancio e rosa. 
Bene, appena il tempo di scegliere le piante più vigorose da tenermi, ed ecco che tutto il resto della produzione è stato completamente "bruciato" nel giro di una settimana: la mia casa gerenzanese pareva il famoso Toppi, un continuo via vai di parenti, amici, o semplici conoscenti ha "saccheggiato" la mia serra...sono ormai rimaste solo le piantine più gracili, di cui alcune le ho piantate sperando che diano qualche frutto. Come dicevo già qualche anno fa, il pomodoro di casa "Carnelli" (varietà tondo e crepugnato) si può considerare ormai un pomodoro autoctono gerenzanese. Mai mischiato ad altre specie ormai da almeno quarant'anni, i semi sono stati tramandati da generazione in generazione. Nel mio box sono contenute semenze di questi pomodori risalenti ai primi anni '70 fino ad arrivare ai giorni nostri. E' come avere in cantina una verticale di vino...
Ricordo che mio padre mi disse che le teneva più che altro per ricordo personale, che molto probabilmente, se utilizzate, non sarebbero state in grado di dar vita ad alcuna pianta. Mi sono ripromesso, per l'anno prossimo, di provare a seminare qualche vecchio seme: sono curioso davvero di vedere se ottengo qualche risultato...

Ma bando alle ciance, ecco il mio orto...
Una piccola precisazione: rispetto all'orto di mio padre, quest'anno ho ceduto anch'io all'innovazione !
Sia lui che il sottoscritto, siamo due maniaci per quanto riguarda la pulizia del giardino a livello di erbacce e infestanti: finché è rimasto in vita lui e con il mio aiuto, tutto l'orto, sentierini compresi, erano battuti a mano eliminando le erbe non gradite. Insomma il tutto era sempre pulito e tirato "a lucido". Stessa cosa ho fatto l'anno scorso io, prima annata in cui il tutto è ricaduto solo e esclusivamente sulle mie spalle...ma se devo essere sincero, ho perso più tempo nei vari mesi estivi a fare questo lavoro piuttosto che preparare orto e frutteto interi. Ho dovuto quindi trovare un rimedio per evitare questa "perdita" di tempo: scartata chiaramente l'idea di utilizzare diserbanti, ho acquistato i teli per la pacciamatura, quelli che evitano la crescita delle infestanti e li ho stesi sui sentierini. Ma perchè nei sentierini e non nelle prose coltivate ? Infatti servono principalmente per le prose...ma visto che rimango legato alle tradizioni e alla vecchia agricoltura, non ho ricoperto le coltivazioni perchè esse vanno più volte zappate nell'arco della stagione, vanno rincalzate per bene, e non solo in prossimità della pianta, ma anche in una zona ben più ampia. Avete mai visto una prosa di pomodori rincalzata ? Se l'avete vista, capirete come mai non sia possibile metterci sopra il telo di pacciamatura...

Iniziamo con una panoramica dall'angolo più piccolo...come vedete la pacciamatura è ancora da ultimare...

 
Il colore delle peonie sullo sfondo fa da contraltare al verde delle piantine di basilico...nell'altra metà prosa sta crescendo il prezzemolo, quest'anno da me colpevolmente piantato in ritardo...
 
 
Piante di lattuga e sedano... 
 
 
Cicoria e lattuga, con piantine di cetrioli che quando cresceranno in altezza, si "abbarbicheranno" sulla rete metallica...

 
In primo piano delle cipolle rosse, in fondo altra cicoria, mentre nella prosa accanto ci sono i fagiolini... 
 
 
Lattuga riccia...

 
La prosa delle zucchine e zucche...
 
 
Ecco i famosi "tumatàs" dei Carnelli...rigorosamente legati a bastoni di robinia tagliati e appuntiti a mano da mio padre e da me...un'usanza e arte di altri tempi...
 
 
Fila di coste, in fondo intramezzate con peperoncini piccanti, angurie e meloni...
 
 
Peperoni quadrati verdi, gialli, arancio e rossi sulle prime due file a destra, a sinistra melanzane sia lunghe sia tonde, e melanzane striate...

 
I pochi frutti del ciliegio piccolino...è giovane, ne deve fare ancora di strada...

 
Una piccola parte delle piante di fragole...in un'altra parte del giardino c'è invece la massiccia produzione di fragoline di bosco, le mie preferite, poste vicino a more, lamponi e mirtilli...

 
Esperimenti...le piante in primo piano sono i piselli piantati da Kiki...in mezzo sta crescendo una lattughina mai provata prima, mentre in fondo ci sono le carote, che poi bisognerà diradare...

 

Ecco il fratello maggiore del ciliegio piccolo...anche lui è ancora un giovincello, ma ha già qualche annetto in più sulle spalle rispetto all'altro...ha sostituito anni fa lo storico ciliegio di casa mia, purtroppo morto...in realtà vive ancora: sul suo tronco tagliato alla base, in autunno, crescono dei magnifici "chiodini" ! A sinistra del ciliegio vedete una specie di buca: è la "rudeëra"...penso di essere uno dei pochi ad averla e utilizzarla ancora oggi...
 


I rossi frutti, che a breve diventeranno di un rosso scurissimo...
 
 
 
 
 
Piccolissimi grappoli di uva nera americana...una delle tante tipologie di uve presenti in giardino...quest'anno tutte le viti hanno fatto una grande buttata, prevedo scorpacciate d'uva...

 
Passiamo a qualche bellissimo fiore...peonie...

 
Tipologia di rose antiche...queste rose e quelle nella foto successiva sono ancora piante messe a dimora da mio nonno e risalgono a fine anni '60...

 
 
Tra i sassi si fa spazio un bellissimo colore...

 
Ancora rose....

                                                
 
Una calla...

 
Altre rose...

 
 
 
Le famose margheritone che tanto piacevano a mio padre...fino all'anno scorso ne avevo di tutte le tonalità di giallo e ocra...poi ormai la semente si era sparsa in tutto il giardino, facendole crescere ovunque in maniera disordinata...un mio "deciso" intervento le ha riportate a un numero più contenuto (forse ho anche fin troppo esagerato)...

 
Papaveri...ancora oggi mia madre prende un papavero e lo trasforma in una bambolina, piegando all'ingiù i petali. Era uno dei giochi di abilità che faceva con le sue amiche da piccola...cose d'altri tempi...

 
Carrellata del primo raccolto dell'anno di ciliegie...ancora da lavare, ma già invitanti nel loro aspetto e colore...

 
 
Sono davvero grosse...

 
 
 
 
Fragole e fragoline di bosco...

 
Eccole, con zucchero e limone sono pronte per essere mangiate !

 
 
Tra qualche mese pubblicherò altre foto dell'orto, per vedere come procede la stagione e iniziare a fotografare anche la parte relativa al frutteto...


venerdì 16 maggio 2014

Il Baccabianca di Zampaglione...

A distanza di qualche mese, torno a parlare di un vino di un “piccolo” ma grande produttore piemontese: Guido Zampaglione, padre padrone dell’azienda vitivinicola Tenuta Grillo.

Nel precedente caso il Pecoranera, rosso ottenuto principalmente dalla Freisa, aveva sublimemente allietato una piacevole serata, fornendo prova di gran carattere. Ora invece ho avuto il piacere di assaggiare il vino bianco “di punta” di Zampaglione, il Baccabianca !
Baccabianca
Vitigno: Cortese in purezza
Titolo alcolometrico: 12%
Annata: 2006
Produttore: Tenuta Grillo


Caratteristica di questo bianco è quella di non subire alcun tipo di filtrazione, mentre la vinificazione è eseguita lasciando macerare il mosto con le bucce per lungo tempo, con l’utilizzo di lieviti indigeni. Ottenuto dal vitigno Cortese, tipico esempio di uva autoctona piemontese, molto noto nell’Alessandrino, soprattutto in quel di Gavi. Mi lascia qualche dubbio sulle reali potenzialità d’invecchiamento, visto che ormai ha sulle spalle otto primavere…per sciogliere quindi ogni riserva, non rimane che assaggiarlo…
Innanzitutto il colore è strabiliante: un oro rosso carico, scintillante e bellissimo…con questa tonalità parrebbe più avvicinarsi a un passito, e sinceramente se da una parte vedere nel bicchiere tale colore è davvero magnifico, dall’altra mi fa temere il peggio in termini di qualità…non vorrei che ormai la bottiglia abbia “scollinato” ! Ma mai previsione fu più sbagliata…

Un mix di piacevolissimi sentori avvolge il mio olfatto: mandorla, pesca, susina e vaniglia s’intrecciano tra loro per poi virare su profumo di geranio, bosso e lievito, accompagnati ulteriormente da note saline, caramellate e d’incenso ben definite. Esplode poi in una grandissima mineralità: pietra focaia e gesso fanno la parte del leone, facendomi sembrare il Baccabianca un piccolo Chablis. Al palato l’attacco è vigoroso, largo e ben pulito: predomina sicuramente una notevole componente di freschezza, acidità, ritrovando anche qui una spiccata mineralità. Struttura davvero di notevole spessore per un Cortese, accompagnata da un alcool ben levigato e smussato, con un buon equilibrio con tutte le altre componenti, regalando una persistenza più che buona. Sprazzi di lievito, pasta di pane fresco accompagnano la beva a una lunga nota ammandorlata finale che potrebbe far storcere ai più il naso. Io che sono invece “amante” di questo tipo di retrogusto (se ben dosato e non fastidioso, sia chiaro), trovo invece che sia un ulteriore piccola perla che regala questo Signor Vino !
Complimenti quindi a Guido Zampaglione e a tutta la sua azienda per questo sublime e particolare bianco: occorre subito farne un’adeguata scorta…
Il Baccabianca bevuto ha ben accompagnato un risotto alla zucca davvero fantastico...forse, anche perchè, oltre ad essere stato davvero ben preparato, la zucca utilizzata era una di quelle coltivate nell'orto di casa Carnelli...!!!