mercoledì 20 febbraio 2013

I "Gerenzani" di Gerenzano...

Un'interessante ricerca condotta da Mauro Ghirimoldi, ci illustra alcuni personaggi che nell'età rinascimentale portavano il cognome "de Gerenzano", ovverosia provenienti da Gerenzano.
Alcuni ricoprivano anche cariche piuttosto importanti, come per esempio console di giustizia e cancelliere, altri erano "semplici" ricamatori, pollivendoli, etc..

Qui potete trovare il link che vi illustrerà il tutto (tratto dal sito di Gerenzanoforum): "I Gerenzani"

Per curiosità ho quindi poi utilizzato un programma di cerca-cognomi per fare una veloce "ricerca", dove poter vedere l'attuale ubicazione in Italia delle persone aventi il cognome Gerenzani (chiaramente prendete tutto ciò con il beneficio d'inventario, in quanto non conosco l'attendibilità del sito di cerca-cognomi).


Si nota quindi che Gerenzani è un cognome presente nell'Italia settentrionale, in prevalenza nell'area milanese e dintorni, oltre che qualche sporadica apparizione in Piemonte, Valle d'Aosta, Veneto ed Emilia.

Un plauso a Mauro Ghirimoldi per l'impegno e la passione che dedica sempre a queste belle ricerche sul nostro paese, ricordando anche quella che aveva fatto sulle chiese di Gerenzano (vedi qui ).

martedì 12 febbraio 2013

Varzese - fiocco rosa al Parco degli Aironi...

Con stupore e curiosità ho letto qui che al Parco degli Aironi di Gerenzano, è nato in questi giorni un vitellino di razza Varzese, l'unica razza autoctona della nostra pianura.

Non sapevo assolutamente dell'esistenza di bovini autoctoni "padani", e quindi ho cercato in rete di documentarmi.
Un'esauriente spiegazione su questa razza la trovate alla pagina del presidio Slow Food a lei dedicato, la "biunda" , ed anche sul sito dei Ruralpini !!!

Di questo bovino esistono attualmente qualche centinaio di capi, e devo quindi dire che è una fortuna avere questa chicca di biodiversità presso la fattoria didattica del parco gerenzanese.
Non rimane che ringraziare le persone che dedicano il loro tempo al rilancio del parco attraverso anche questi lieti eventi e caratterizzazioni della nostra fauna locale, e soprattutto direi che è il caso di andare a trovare e vedere il nuovo arrivato (che come letto nell'articolo iniziale, è alla ricerca di un nome che inizia con la lettera A, come da tradizione contadina *).
Mi raccomando però, non spaventiamolo troppo, andiamo magari in piccoli gruppetti, e tenendo a bada soprattutto i bimbi !!!
Benvenuta piccola "biunda"...

* Esulando per un attimo da questo passaggio anche un pò folcloristico, vi rammento qual'era l'importanza di avere una vacca in stalla per il contadino, riportando un breve stralcio tratto dal libro di Roberto Einaudi, "Radici montane. Viaggio nella Val Maira del primo Risorgimento" (bellissimo libro a mio parere):

"Per la mentalità contadina, la mucca è più importante di un bambino. Se muore la mucca è una tragedia, si rischia di rimanere senza cibo, di morire di stenti. La mucca dà il vitellino, il latte, il formaggio, il calore d’inverno, produce beni da utilizzare o da scambiare o da vendere per acquisirne altri. Se muore un bambino, se ne fa un altro"...

Agli animali, stessa importanza era data anche a Gerenzano, come ben descritto nel capitolo "Trattavano meglio le bestie..."  che si trova nel manoscritto di mio padre, che potete leggere su questo blog al seguente indirizzo ...

lunedì 11 febbraio 2013

London Calling 1ª parte...

Ladies and Gentlemen, we are landing to …..

                                                                         LONDON!!!
A distanza di un paio di mesi, io insieme a Sabrina e Kiki abbiamo deciso di prenderci un altro w.e. “fuori porta” con destinazione una delle capitali più gettonate in Europa: Londra.
Per me  era la prima volta in quella grande città ed ero piuttosto curioso di vedere la culla della beat generation.
Il programma pianificato da Sabrina comprendeva un po’ di tutto, da una Londra culturale, con un giro nei più famosi musei presenti in città, ad una estremamente turistica con una visita ai punti maggiormente conosciuti: Buckingham Palace, Tower Bridge, London Eye ecc, fino ad arrivare a Camden , luogo multi etnico e variegato.
Atterrati in orario con un volo British troviamo una Londra frescolina ma soleggiata. Il classico tempo uggioso e nebbioso lascia spazio ad un cielo insolitamente azzurro per questa città. Ci dirigiamo verso la nostra prima tappa, il British Museum.













Il British vanta collezioni inestimabili, con sezioni dedicate agli antichi popoli egizi, greci, romani, passando per quelli dell’Asia Minore, Assiri Babilonesi, sino a collezioni etnografiche, con la presenza dell’enigmatica statua dell’Isola di Pasqua.     

   

  
























                         














                                                 



























Lasciate queste meraviglie del passato ci dirigiamo con una meraviglia del presente, la metropolitana, verso Camden, una zona di Londra abitata da artisti e scrittori, che il sabato e la domenica si trasforma in un colorato mercato multi etnico.
Prima di parlarvi di Camden però ho accennato ad una meraviglia del presente, la metropolitana. Vecchia di 150 anni, the Tube come la chiamano i londinesi, vanta numerose linee che collegano ogni angolo della città. Gli spostamenti con la metro sono comodi e rapidi, i treni si susseguono uno dopo l’altro permettendoti di raggiungere in poco tempo la meta prefissa.
E’ pulita (nel senso che non è piena di graffiti come le nostre), le persone stanno educatamente a destra sulle scale mobili, lasciano scendere prima di salire sul mezzo e soprattutto è controllata. Ci sono addetti ai tornelli che verificano che tu abbia il biglietto sia in entrata che in uscita, dato che bisogna timbrare anche quando si esce, e difficilmente si riesce a fare i furbi, anche di notte.



















Comunque dicevo che con un breve viaggio ci ritroviamo a Camden Town.
Camden, nonostante sia vicina a zone residenziali di Londra, come Primrose Hill, Hampstead, Regent’s Park, ha un’aria di paese che si anima, soprattutto il sabato e la domenica, con numerose bancherelle che vendono cibo etnico.
Lungo Camden Road si susseguono negozi di scarpe alternati a quelli di tatuatori, e di vetrina in vetrina, si raggiunge Camden Lock, una banchina sul canale a due chiuse che rende la zona somigliante ad una piccola Venezia.

 






Lo street food è diffusissimo e mentre giri tra una bancherella e l’altra gli odori più vari ti inondano il naso, spezie, fritto, grigliato, dolce, tutti che si danno da fare a farti assaggiare le loro specialità.





























Da non credersi, decidiamo di fermarci a prendere un hot dog per Kiki e i gestori del banco, sentendoci parlare italiano, ci raccontano che anche loro lo sono, che si trovano bene a Londra e che puoi trovare di tutto, anche la polenta e i pizzoccheri. Noi ci mettiamo a ridere, pensando ci stiano prendendo in giro, e invece no, alle nostre spalle un banchetto vende polenta spice e pizzoccheri….il bello è che dietro al tavolo ci sono non una coppia di valtellinesi ma .... una coppia di indiani: lui di Roma e lei di Brescia!!!!! Ahhh il fascino del Made in Italy!!!!
No….la polenta spice non fa per noi, siamo a Londra…come puoi non mangiare un classico Fish and Chips…e via di cono di polistirolo pieno di un untissimo merluzzo (?) impanato e fritto con relative patatine









   













Proseguiamo il nostro giro lasciando la colorata Camden per spostarci nuovamente verso il centro della città. Il cielo sopra noi inizia a scurirsi e il sole incendia le ultime ore della giornata con un incredibile tramonto dorato



La Londra by night ci attende, decidiamo cosi, prima di andare a cena di andare a fare un giro sul Tamigi. L’aria è fredda e pungente, un vento di tramontana ci sferza, ma la serata è tersa e i colori brillanti.

























E su queste immagini di questa Londra illuminata vi diamo appuntamento per la seconda parte nei prossimi giorni.  A presto.