lunedì 28 ottobre 2013

Pecoranera, Freisa del Monferrato...

Una bottiglia particolare, dal nome inconsueto ma simpatico, è finita negli scorsi giorni nel mio bicchiere e in quello di Sabrina.
Avevo avuto occasione di assaggiare questo vino tanti anni fa presso il ristorante "La signora in rosso" di Nizza Monferrato con i miei amici dell'Onav di Saronno, e mi era talmente piaciuto che, avuta l'occasione di trovarlo a distanza di tempo, non me la sono lasciata sfuggire, prendendone anzi tre bottiglie.

Pecoranera Monferrato DOC
Vitigno: Freisa 80%, Merlot, Barbera e Dolcetto
Titolo alcolometrico: 14,5%
Annata: 2003
Lotto: L VII-4
Produttore: Tenuta Grillo

Un vino tosto, robusto, ottenuto principalmente da un vitigno (Freisa) piuttosto snobbato nell'attuale panorama vitivinicolo (più conosciuta è sicuramente la versione frizzante), ma che però sa regalare grandi emozioni.
Prodotto da Guido Zampaglione in quel di Gamalero, sulle colline del Monferrato, impressiona subito nel bicchiere per la sua opulenza. Archetti e lacrime molto consistenti si demarcano in maniera netta sulla parete di cristallo, lasciando intuire una vena alcolica predominante.
Il colore è un rubino intenso con sfumature aranciate, bellissime da vedere...
Portando il bicchiere al naso, colpiscono subito le note speziate, come caffè e cioccolato, per passare poi a marasca, prugna, more e vaniglia. Lasciandolo aprire per qualche minuto, vira anche su sentori di mentolo, rosmarino, terra bagnata. Una prova di potenza olfattiva davvero ben delineata e decisa, fragrante !
In bocca l'attacco è forte, si capisce subito che è un vino che ha una bella struttura e materia, dovuta sicuramente al blend eseguito (visto che di per sé la Freisa è notoriamente esilina). Caldo, dove l'alcol in realtà è ben mascherato nell'insieme delle morbidezze e risulta per nulla ruvido, rivela nel prosieguo dei tannini ancora piuttosto duri, e con una freschezza e sapidità notevoli.
Al palato sono richiamate le note mentolate che abbiamo in precedenza trovato all'olfatto, con una punta di piccante che regala a questo vino un'ulteriore particolarità. Dotato di gran "polpa", con un corpo più che strutturato, ha una persistenza molto lunga e un discreto equilibrio che chiudono in maniera più che degna la beva di questa bottiglia.

Un vino che oserei dire alternativo, di nicchia rispetto all'appiattimento generale di tante bottiglie presenti nella distribuzione, e che consiglio assolutamente di provare magari accompagnato a un piatto generoso della tradizione piemontese, come può essere la gustosissima bagna cauda...
Vino biologico, non filtrato e chiarificato (nelle successive foto vedrete bene il deposito di fondo presente sulla spalla della bottiglia), affinamento di 12 mesi in botti grandi di legno e in seguito 8 mesi minimo in bottiglia, ha grandi capacità d'invecchiamento. Un vino da acquistare e dimenticare per qualche anno in cantina, che rispecchia fedelmente le parole del suo produttore: "Un vino tannico, ricco, complesso, domina la Freisa e il carattere piemontese, avevamo paura che un assemblaggio potesse far perdere carattere a un vino, ci siamo dovuti ricredere per la forza della Freisa e soprattutto del territorio".

Con Sabri l'abbiamo abbinato a delle melanzane ripiene al forno (ripieno fatto con trito di mortadella, polpa delle melanzane stessa, uova, pan grattato, pecorino e passata di pomodoro). Certo l'abbinamento non è stato sicuramente dei più azzeccati, lo sapevamo in partenza, visto che poi la potenza del vino ha sovrastato la delicatezza delle melanzane, ma la voglia di berlo è stata tanta che non ci siamo fatti tanti problemi nella scelta del cibo da accompagnare.
Alla fine, sia cibo sia vino sono risultati comunque fantastici !!!






Che consistenza !!!




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