martedì 6 gennaio 2015

La Milano che resiste...



Nei primi giorni dell’anno, con Sabrina abbiamo fatto una piacevole passeggiata in centro a Milano. Una bella giornata di sole ci accompagna in questo giro, portandoci a visitare e anche a scoprire negozi, vetrine, strade, palazzi, monumenti famosi e non.

Piazza del Duomo, nostra prima tappa, rimane sempre affascinante, come ancor più bella è la Galleria i cui lavori di restauro si stanno per concludere. Superato Palazzo Marino e lo stupendo Teatro alla Scala, inizia il nostro giro nelle stradine minori della metropoli.



Teatro alla Scala
 
Via Verdi, posta sul lato del teatro, ci conduce verso la zona di Brera. Piccoli negozi, alcuni artigiani o botteghe storiche milanesi, ci fanno immergere in una Milano d’altri tempi. Portoni d’ingresso di antichi e maestosi palazzi sono aperti, dandoci la possibilità di introdurci nei cortili interni. Qui balconate di ringhiera, ora ristrutturate, fanno bella mostra di se, dando un senso di moderna eleganza a edifici una volta ben più “popolari”.

Nella sede di Banca Intesa



Viette...





Via Cusani ci porta in Largo Cairoli, dove ritroviamo la statua di Garibaldi, che si staglia davanti al Castello Sforzesco. Qui le nuove “piramidi” di Expo 2015 accolgono i visitatori e turisti interessati all’evento, ma se devo essere sincero, il servizio offerto è davvero pessimo…




Un breve ma cordiale saluto al Sig. Fugazzi in foro Buonaparte, amico di lunga data di mio padre e gioielliere di fiducia della nostra famiglia, ed ecco che ci spostiamo in via Puccini ad ammirare un’altra perla della Milano nascosta. Palazzo Dal Verme, posto di fronte l’omonimo teatro, nasconde all’interno del cortile un chiostro bellissimo, con volte a crociera, dove al centro del chiostro stesso si trova la base di un pozzo. Rimaniamo come incantati davanti a questo spettacolare gioiello dell’arte rinascimentale, cerchiamo di immortalarlo con alcune foto, ma siamo ripresi dal custode…pazienza…


Il chiostro di Palazzo Dal Verme

Ci buttiamo nella grande via Dante. Tutti i negozi della mia gioventù sono ormai scomparsi, ad oggi la fanno da padrone i marchi di moda più famosi. Entriamo nella sede del Piccolo Teatro, dove nel periodo di guerra risiedeva la Legione Autonoma Mobile “Ettore Muti”, comandata dal temibile Franco Colombo. Di quell’epoca non rimane chiaramente più nulla, il teatro è diventato un’oasi di cultura, regalando emozioni agli appassionati e non di questa materia.



Il cortile interno del teatro

La meridiana

Tagliamo via Dante ed entriamo in via Meravigli: la storica libreria Meravigli non esiste più, un altro pezzo di Milano che è scomparso …

Arriviamo in Piazza Affari, dove l’enorme dito medio di Cattelan ruba quasi la scena al bellissimo Palazzo Mezzanotte. Posso dire la mia su quest’opera? Al di fuori del significato (opinabile anche questo), è davvero di cattivo gusto…

Piazza Affari


Da Piazza Affari ci perdiamo nelle strettissime vie e vicoli dietro via Torino, dove troviamo scorci di vecchie case davvero bellissimi, e giungiamo in via Spadari. Una capatina da Peck, giusto per vedere i prezzi folli che lo caratterizzano, anche se gli invidio l’enoteca posta al piano inferiore, e ci rechiamo a visitare la chiesa di San Satiro. Costruita dal Bramante nel 1500, è famosissima per l’abside “inesistente”, o meglio piatta, che tramite un gioco di colonne, archi e volta, pare dare profondità, mentre in realtà è solo un’illusione ottica, ben visibile a mano a mano che ci si avvicina. Altra opera che merita di essere visitata all’interno della chiesa, oltre al Compianto del Cristo, è il battistero, con un’enorme cupola alla cui base spiccano busti e facce in terracotta di vari santi.





Da Peck...





 



San Satiro

Il compianto del Cristo


L'abside di Bramante


Ritorniamo nella caotica via Torino, tram e auto sfrecciano velocemente, il brusio della tanta gente è a volte fastidioso, i più svariati idiomi parlati giungono alle tue orecchie: per un attimo pare di essere davvero in una metropoli cosmopolita. Per sfuggire al caos, ci immettiamo in una piccola traversa, via Dogana. 

Qui, un piccolo negozio attira la nostra attenzione: in vetrina fanno sfoggia libri e cd in dialetto milanese e sulla storia di Milano e Lombardia in generale. Rimango quasi basito, mentre Sabrina si mette a leggere sulla porta aperta, una poesia in dialetto milanese sul Natale. Nello stesso istante una tagliente voce dall’interno del locale si rivolge a noi: “ah, l’era ura, finalment un qujv’un cal capiss ul milanès…uramai semm rimast in pocch”.

La vetrina della libreria "I libri di Milano"







Inutile dire che sia la tipologia di merce in vendita, che la parlata dialettale, ci spingono a entrare: qui, Luca, il gestore, ci accoglie con un grande sorriso, e una parlantina in dialetto milanese d’altri tempi. Da poco messo a gestire il negozio dal nome “I libri di Milano”, è appassionato al dialetto, alla nostra storia e tradizioni. Ci illustra i libri presenti, con dovizia di particolari e aneddoti, ci fa vedere i cd di musica dialettale milanese, ci vizia regalandoci una bottiglia di rosso di San Colombano al Lambro, essendo i primi clienti del 2015!

Mentre “spulcio” alcuni libri, Luca mi dice che li ha scritti suo padre, Tullio Barbato.

Per chi non lo sapesse, Tullio Barbato è una vera istituzione nel mondo della cultura milanese: fondatore e direttore della famosissima Radio Meneghina, si è cimentato nel corso degli anni in pubblicazioni, convegni e mostre su tutto ciò che riguarda la “milanesità”. Un vero maestro in questo campo, di quelli con cui bisogna togliersi il cappello davanti alla sua grandezza.

Mentre il figlio Luca è stato il direttore artistico di Radio Meneghina, la vera radio dei milanesi. Durante il proseguimento della nostra conversazione, ci mostra vecchi libri di suo padre, di cui uno bellissimo risalente al 1967 con descritti tutti i cantautori e canzoni milanesi, una vera e propria enciclopedia. E poiché mi accingevo ad acquistare due libri del padre, Luca ha ben pensato di telefonargli e passarmelo.

Tullio, che ha quasi ottant’anni, si presenta con una voce squillante, giovanile. Dopo le presentazioni e i complimenti di rito, mi chiede da dove provengo: “Gerenzano, è la mia risposta…”

E lui subito di rimando: “Gerenzano, da “gera”, o anche dal famoso lago Gerundio (ndr - antico lago che ricopriva la pianura Padana) !"

Rimango esterrefatto dalla profonda conoscenza dell’etimologia locale da parte di quest’uomo, e sull’onda dell’entusiasmo mi comunica che entro il prossimo Natale ha in programma di pubblicare ben tre libri !!!

Una scossa di adrenalina ti pervade sentendolo parlare! Ha una carica umana, un’intelligenza, sobrietà e genuinità concesse a poche persone, e il possederle ti fa rendere conto di essere al cospetto di un uomo da valori d’altri tempi. S’interessa, visto che gliene ho accennato, anche ai libri scritti da mio padre, e se avrò occasione, sarà mia cura regalargliene una copia, magari riuscendo a parlare con lui a quattr’occhi. Seppur duri qualche minuto, la telefonata mi riempie di gioia e orgoglio: avere la fortuna di parlare con un simile personaggio non è cosa di tutti i giorni, anzi è da considerarsi davvero una fortuna.

Giusto per farvi capire di che pasta è fatto e fin, dove si spinge la conoscenza di quest’uomo, vi dico che è stato recentemente invitato alle conferenze per Expo per discutere sui famosi canali d’acqua che devono (o dovrebbero) essere costruiti. E’ quindi persona che si occupa a 360° su tutto ciò che riguarda ambiente, cultura e politica della nostra regione o macrozona, ma anche allargando ben oltre questi confini…

Passiamo ancora qualche minuto con Luca, che ci riempie di notizie sulla mitica Radio Meneghina (scopro poi in internet che conduceva anche la trasmissione “Tutto l’hockey minuto per minuto”, che per tifosi della SAIMA come me e Sabri è religione pura), dopodiché, con molta cortesia e simpatia, ci salutiamo, con la promessa di rivederci ben presto (la sua libreria è una vera miniera di libri, titoli, calendari, oggetti legati a Milano, alla sua parlata e alle sue tradizioni). Una vera manna per chi, come me, è appassionato di queste cose !!!

Il nostro giro procede verso l’Arengario, la Torre Velasca (ai cui piedi vi è un piccolo angolo d’Inghilterra, Taste of England, dove dalle sue vetrine è possibile ammirare selezioni di the, biscotti, marmellate e altre interessanti cose d’oltremanica), Piazza del Duomo, Piazza Meda, per poi rituffarci in Corso Vittorio Emanuele.

Torre Velasca


La vetrina di Taste of England



Il Duomo



Piazza Meda, la scultura bronzea di Arnaldo Pomodoro

Un curioso soffitto di cestini...

Ancora una volta, il vociare della gente, in inglese, russo, giapponese e altro ancora, attraversa la tua testa. Ma al contrario di prima, è un leggero bisbigliare quasi impercettibile: nel cuore mio e di Sabrina, riecheggia dolcemente il dialetto verace di Tullio e Luca, che ci accompagna fino a casa, nella nostra cara e vecchia Milàn che resiste (o meglio esiste) ancora nelle sue sfaccettature più genuine e tradizionali…

Immagini di Sabrina Gatti

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