lunedì 31 ottobre 2022

Gerenzano, zucche intagliate, lümere, Serafino Checchi e Halloween...

Come tutti gli anni, con l'arrivo della serata del 31 ottobre e della festa di tutti i Santi, si scatena la polemica sui festeggiamenti di Halloween e del suo "retaggio" commerciale che ormai è arrivato anche nel nostro paese. Leggevo anche sul Notiziario della scorsa settimana che la parrocchia di Gerenzano suggerisce di evitare tali tipi di festeggiamenti, pur dichiarandosi non contraria a tale festa.

Sinceramente, fino a una ventina di anni fa, di Halloween non è mi è mai importato molto, l'ho vista sempre come la classica "americanata" importata, Jack o' lantern, irlandesi emigrati, zucche intagliate, dolcetto o scherzetto, e chi ne ha più ne metta. A onor del vero, penso comunque che io e la mia compagnia del "Muretto" di Gerenzano, fummo tra i primi in paese a festeggiare Halloween facendo una grande festa a tema nel 1988 nella taverna di uno di noi. Di quella serata ricordo solo che dalle zucche intagliate una settimana prima, uscivano vermetti bianchi, in quanto la rimanente polpa interna delle cucurbitacee era ormai in decomposizione. Ma nella nostra "ignoranza" giovanile, per noi Halloween era solo una serata "simil horror" e con lanterne a forma di zucca.

Poi, anche per curiosità e cultura personale, iniziai ad apprendere notizie e nozioni più approfondite su questa festa e da cosa deriva, arrivai a sentir parlare e leggere anche di Celti, Imbolc, Beltane, Lughnasadh, Samhain, zucche che rappresentano teste tagliate, feste pagane trasformate in cristiane, questue, ed altre cose interessanti. Tralascio tale argomento perchè comunque non sono sicuramente preparato in materia, anzi consiglio vivamente, per chi fosse interessato, di contattare la gerenzanese Monica Casalini, la quale ha scritto anche un libro sulle origini di Halloween, oppure lo storico e studioso gerenzanese da me molto stimato, Mauro Ghirimoldi. E anche perché, ma è un mio parere personalissimo, sono un po' allergico alla strumentalizzazione politica che ne fa qualche partito italiano relativo a questo contenuto, dove secondo me, molte persone che ne parlano, non sanno neanche chi siano i Celti e le loro tradizioni e usanze (ma ripeto, neppure io sono assolutamente esperto di tale argomento, e quindi evito, se possibile, di dire o scrivere stupidaggini).

Bene. Quando iniziai ad approfondire cosa fosse Halloween e tutto ciò che gira intorno ad esso, il passo ad arrivare a scoprire le lümere fu breve!

Cosa sono le lümere? Semplice, sono zucche intagliate a forma di faccia con un lumino interno che le illumina, che venivano preparate per la festa di tutti i Santi in Italia, principalmente in Lombardia, Piemonte e Veneto (qui chiamate anche suche baruche, che identifica la varietà di zucca marina di Chioggia utilizzata per fare la lümera). Il termine deriva da lume, luce, e tale tradizione di intagliare le zucche è stata in voga fino agli anni '50 dello scorso secolo, prima di scomparire e riapparire negli anni '80/'90 sotto forma però di zucca di Halloween. Per i nostri avi quindi la preparazione della zucca con il lumino dentro, era un rituale da svolgersi la notte del 31 ottobre, ed esso serviva ad esorcizzare la morte, allontanare spiriti cattivi, indicare la strada di casa ai morti per tornare quella notte a trovare i propri cari ancora in vita, serviva come cibo per i defunti, venivano lasciate al suo interno lettere e biglietti che il defunto avrebbe letto, ed i ragazzini, in quella notte, andavano di casa in casa a chiedere pane e frutta di stagione (molto simile alla questua del dolcetto o scherzetto di Halloween). In questa notte si celebra la sconfitta dell'oscurità in favore della vita, si apre una porta tra il mondo dei morti e il mondo dei vivi. Ma in realtà aveva anche molti altri significati legati al mondo agricolo, alla chiusura dell'anno dei raccolti, al fatto di ingraziarsi i morti per avere un buon raccolto l'anno successivo. e tante altre cose ancora.

Ora mettiamo di mezzo Gerenzano. Quando iniziai ad interessarmi alle lümere, il mio primo intento fu quello di capire ed eventualmente verificare se anche a Gerenzano, fosse in voga questa usanza. D'altronde ci sono testimonianze scritte ed orali nelle quali si descrive che le lümere erano fatte in comuni della nostra area del varesotto, comasco e alto milanese, come per esempio Giussano, Cassano Magnago, Canzo, Inveruno, Casnate, Pogliano Milanese, Castellanza e anche Milano. Perché quindi non era possibile che tale usanza esistesse anche a Gerenzano?

Molti sanno che sono appassionato di storia locale, e nel corso degli anni mi sono passati tra le mani svariati documenti sul nostro paese e ho intervistato decine di anziani per farmi raccontare la vita e tradizioni dei tempi che furono, ma non ho mai trovato nulla che riguardasse le lümere, o meglio zucche intagliate con dentro un lumino (il termine lümere secondo me è comunque poco conosciuto nelle nostre zone). Anzi qualcuno di questi anziani mi rise anche in faccia quando gli dissi se intagliava le zucche. La sua risposta fu (la scrivo in italiano, ma mi rispose chiaramente in dialetto): "ma ti pare che se avessi avuto una zucca, l'avrei sprecata per simili stupidaggini, con la fame che c'era a quei tempi?".

Insomma delle lümere di Ognissanti, a Gerenzano non vi era traccia. O almeno così pareva. Infatti, nel novembre 2014, gli amici Emma Castelli e Augusto "Peppo" Oliva, mi diedero da vedere la videocassetta "Gerenzano: paese da vivere" fatta dalla Proloco locale nel 1994. Una videocassetta molto interessante, dove si parla della storia di Gerenzano dalle origini fino agli inizi degli anni '90. Tra le altre cose, sono presenti alcune interviste ad alcuni anziani.

Tombola! Viene intervistato il signor Serafino Checchi, e ne viene indicata anche l'età, 78 anni. Quindi se Serafino aveva 78 anni nel 1994, ne deduciamo che è della classe del '16.

Serafino Checchi di anni 78, frame tratto dal filmato della Proloco

Tra i suoi racconti uno mi colpì in particolare. Dice che da ragazzi, intagliavano le zucche facendogli occhi e bocca, e mettevano una candela dentro per illuminarla. Questo per far spaventare le donne che tornavano a casa alle 22 di sera (questa precisa indicazione sull'orario, fa riferimento, a mio personale parere ma sono quasi sicuro di non sbagliare, alle donne che tornavano a casa dalla Seda e dalla NIVEA, dove appunto il turno serale finiva alle 22).

Quindi qualcuno a Gerenzano, probabilmente fino agli anni '30, età in cui Serafino aveva circa 15 anni e quindi era ancora ragazzo, intagliava le zucche a mò di lümera. Purtroppo Serafino non indica con precisione se ci fosse un giorno in particolare nel quale la zucca venisse intagliata, ma certamente possiamo dedurre che il periodo fosse quello autunnale, vista la stagionalità di tale frutto della terra, e quindi come data potremmo essere vicini al 31 ottobre.

E soprattutto possiamo immaginare che l'intaglio della zucca e il posizionamento di un lumino all'interno, non fosse stata un'idea nata al momento da Serafino, ma molto probabilmente era un'usanza di cui lui era a conoscenza e ancora in uso a Gerenzano in quegli anni. Forse era comunque una credenza che stava andando a scemare, visto che gli anziani da me intervistati nel corso dell'ultimo decennio, e quindi più giovani di Serafino, non ne hanno mai sentito parlare o non ne hanno ricordo.

Non avremo mai probabilmente la certezza dell'uso delle lümere a Gerenzano nella notte della vigilia di tutti i Santi, ma personalmente penso che la testimonianza di Serafino indichi, senza ombra di dubbio, che le lümere venivano fatte anche nel nostro paese, e più in generale nel nord Italia come già indicato da altre fonti. Con buona pace dei detrattori dei punti di incontro e similitudini tra tradizioni locali e tradizioni estere e di usanze che a noi non appartengono (anche se, ribadisco, l'attuale festa di Halloween per come viene festeggiata in Italia, è secondo me priva di ogni significato, la deriva consumistica ha in parte sovrastato il vero significato di questa ricorrenza, ma comunque per me ognuno è libero di vivere questa notte come vuole).

P.S. prima di essere tacciato come miscredente, agnostico, ateo o altro ancora, faccio presente che sono cristiano cattolico. Semplicemente, forse mi piace di più rispetto ad altri miei correligionari, approfondire aspetti, feste, costumi, usanze e tradizioni non dettati esclusivamente da ciò che viene riconosciuto dalla Chiesa cattolica.

E lasciatemi aggiungere che all'epoca in cui Serafino era un ragazzo, ma anche molto prima, la Chiesa, la fede, il prete locale, erano sicuramente tra i punti fermi dell'esistenza di una persona, si era molto più credenti nei valori cristiani rispetto ad oggi, mentre oggi molti si sono allontanati dalla religione cristiana. Questo per dire che l'intaglio della zucca, il suo particolare utilizzo e significato nella notte del 31 ottobre, veniva fatto da chi era anche credente, e veniva probabilmente accettato dalla Chiesa (locale) in quanto retaggio di costumi e usanze contadine che si perdevano nella notte dei tempi. Ricordiamo che praticamente fino a metà dello scorso secolo, preti, contadini e terra si fondevano in un'unica realtà sociale, dove preghiere e "credenze" pagane, a loro volta, si fondevano le une con le altre (ricordando poi che buona parte delle feste che noi cristiani celebriamo, derivano da antiche feste pagane, a cui la Chiesa ha cambiato nome e a volte anche significato).

Buona lümera a tutti...

2 commenti:

  1. Testimonianza bellissima e che ignoravo totalmente. Piacerebbe anche a me visionare quel video. E grazie di avermi citato, troppo gentile! ^^

    Mauro

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  2. Mauro, lo sai che ti stimo molto! Per il video basta chiedere, te lo faccio avere! Ciao Ferruccio

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