martedì 1 novembre 2011

Quando l'Alto Adige incontra la Valtellina !

Questi giorni di feste autunnali, hanno immancabilmente portato sulle nostre tavole le prelibatezze lombarde del periodo, trippa, pan di mort, e qualcuno so che ha già osato fare anche la cassoela, pur non essendoci ancora stata alcuna gelata per le verze !!!
Con Sabri invece abbiamo deciso di preparare una cenetta sempre secondo la tradizione lombarda (anche se non propriamente della nostra zona), ma come vino di abbinarci un bel Pinot Nero dell'Alto Adige.
Abbiamo quindi comprato (si purtroppo stavolta non li abbiamo fatti noi in casa) dei tagliolini freschi al grano saraceno, tipici della Valtellina. Sono praticamente la stessa pasta dei pizzoccheri, ma tagliati più stretti e con uno spessore maggiore. Bene, fatta bollire l'acqua, li mettiamo a cuocere.
Nel frattempo prepariamo il sughetto: tritiamo 1/4 di cipolla con 2 fette di prosciutto cotto, mettiamo in padella con burro ed olio, e iniziamo a far soffriggere. Successivamente prendiamo 4 bei porcini, tritiamo anche loro, e li aggiungiamo al trito di cipolla e prosciutto. Mi raccomando: i porcini devono essere assolutamente valtellinesi. No ok, a parte gli scherzi va bene qualsiasi porcino chiaramente, ma fortunatamente noi abbiamo il freezer pieno di sacchetti sottovuoto di porcini che arrivano da Bormio, gentilmente regalatici da un'amica di mio padre (una signora simpaticissima che non ama le mezze misure, immancabilmente tutti gli anni ce ne regala a chili).
Bene, dopo aver aggiunto i porcini, aggiungiamo anche 200 ml di panna. Amalgamiamo il tutto, il sugo deve rapprendersi un poco.
Nel frattempo i tagliolini sono pronti. Scoliamo e versiamo sopra il sugo. Tutti a tavola. Vi assicuro che che sono una bontà !
Li accompagniamo come dicevo con una bella bottiglia di Blauburgunder Pinot Nero Sudtirol Alto Adige DOC 2006 (13,5%) della linea Sanct Valentin, che è la linea di vini di punta della cantina San Michele di Appiano (Sanct Michael Eppan per non far torto agli amici sudtirolesi).
Il colore è quello classico del Pinot nero, un rosso rubino molto scarico, e lo stesso dicasi al naso, dove si sentono frutti rossi di sottobosco (tra cui spiccano le fragoline), prugna, frutta rossa cotta, del tabacco e caffè, funghi, humus e terra bagnata. In bocca pecca forse per una mancanza di freschezza, ma ha un corpo, ed un'equilibrio invidiabili, persistenza lunga. Forse abbiamo commesso un piccolo infanticidio (probabilmente la bottiglia avrebbe meritato qualche anno in più di affinamento), ma risulta comunque essere già goduriosa fin da ora. Non è sicuramente al livello dei Pinot nero di Borgogna, ma 87 pt. se li porta a casa (e non è poco).
Comunque tagliolini e PN dell'alto Adige risultano essere un bell'abbinamento, nessuno dei 2 sovrasta l'altro, il tutto è molto gradevole.
Come secondo ci accontentiamo di un bel pezzo di Stelvio, formaggio manco a dirlo valtellinese (ricordo poi che il passo dello Stelvio divide la Lombardia - Valtellina dal Sudtirolo). Gradevole anche lui, formaggio ancora giovane, poco stagionato, forse il vino è un pò troppo strutturato per abbinarlo assieme, ma tant'è, non guardiamo tutto !!!
Ed infine, ecco qui un'altra delle mie torte preferite: la MIASCIA !
La Miascia è una torta tipica di Bellagio, del triangolo lariano (quindi sul dolce ci allontaniamo un pò dalla Valtellina, anche se non di molto), ed è una ricetta in uso fin dalla metà dell'800 (molto probabilmente è anche più vecchia). E' un dolce tradizionale, detto anche dolce povero perchè fatto con pane raffermo (una volta non si buttava via mai niente) e frutta. La frutta serviva a sostituire lo zucchero, che a quei tempi era raro e prezioso.
Bene, la ricetta è la seguente:
  • 150 gr di pane raffermo
  • 0,2 litri di latte
  • 50 gr di zucchero
  • 1 cucchiaio di farina bianca
  • 1 cucchiaio di farina gialla
  • 50 gr di burro
  • 1 uovo
  • 1 mela
  • 1 pera
  • la scorza di un limone grattuggiato
  • 1 grappolo di uva bianca
  • 1 cucchiaio di uva sultanina fatta rinvenire in acqua
  • sale
In una ciotola fate ammorbire il pane raffermo con il latte. Il pane deve essere fatto a pezzi abbastanza piccoli. Lasciatelo ammorbidire per circa un'ora, oppure se volete guadagnare tempo, il latte fatelo scaldare, in modo che faccia ammorbire più velocemente il pane a causa del calore.
Aggiungete poi le 2 farine, la scorza di limone, zucchero, uva sultanina, gli acini di uva bianca (se grossi, tagliateli a metà, eliminando i vinaccioli), un pizzico di sale, e l'uovo. Iniziate ad amalgamare il composto. Successivamente aggiungete la mela e la pera tagliate a pezzetti.. Una volta mescolato il tutto, disponetelo in una tortiera precedendemente imburrata, mettendo sopra qualche fogliolina di rosmarino. Mettete poi in forno a 180° C per circa un'ora.
N.B: l'ora che indico di cottura può essere variabile, in quanto in realtà dovrete far attenzione che l'impasto sia cotto al punto giusto (per verificarlo, fate la classica prova dello stuzzicandente).
Vi dico inoltre che delle Miascia ne esistono varie ricette, soprattutto per quanto riguarda le quantità di pane, mele e pere da usare. Fate attenzione che più quantità di ingredienti mettete, è più sarà prolungato il tempo di cottura, rischiando di bruciare all'esterno la torta, mentre l'interno invece sarà ancora crudo (parlo per esperienza personale, visto che qualche anno fa la mia prima Miascia ha "subito" una cottura di circa 3 ore, ed internamente era ancora bagnata, questo perchè avevo esagerato con le quantità degli ingredienti).
Ecco la Miascia prima del suo ingresso in forno (magari non è bellissima da vedersi, ma probabilmente dà davvero l'idea di qualcosa di veramente povero come effettivamente è questa torta).










Ed ecco l'opera finita !









Davvero ottima ! Provate a farla, e poi mi ringrazierete (spero) !!!

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