giovedì 10 gennaio 2013

17 Gennaio: Sant'Antoni de Saronn...

Nel calendario delle feste popolari di Saronno, c’è una data molto importante, il 17 Gennaio.

In questo giorno a Saronno si festeggia Sant’ Antonio, abate egiziano vissuto nel III secolo, che dedicò la sua vita alla meditazione e all’ascesi. Difensore dei cristiani, trascorse i suoi ultimi anni in pieno deserto, pur continuando comunque a sostenere i più bisognosi.

La sua figura divenne ben presto oggetto di culto, ricordandone anche le sue sembianze esteriori, come per esempio il bastone ricurvo a cui si poggiava e la campanella attaccata a quest’ultimo, che avvisava del suo arrivo.

E’ chiamato anche Sant’Antoni dal purscell, a causa di uno “strano” connubio tra lui e quest'animale dovuto al fatto di essere protettore degli animali, ed alla sua figura è abbinata anche la presenza del fuoco (famosa è la malattia del fögh de Sant'Antoni). Infatti nella ricorrenza del festeggiamento del Santo, è usanza accendere un grosso falò, in modo da scacciare il maligno e propiziare invece l'avvento di una stagione benevola. In realtà sempre nello stesso periodo dell'anno, c'è un antico rito contadino che viene festeggiato nello stesso modo: la Giöebia o Giubiana (ma di questo parleremo più avanti in un articolo a lei dedicato).

Altro soprannome di San Antonio è quello di Santo del freddo, visto che viene festeggiato durante il culmine dell’inverno.

A Saronno in suo onore fu eretta nel 1400 circa l’omonima chiesetta. Fu testimone di svariate epidemie di peste succedutesi  negli anni, e nelle sue vicinanze fu costruito un Lazzaretto per gli appestati.

La chiesa fu poi consacrata da San Carlo Borromeo.
La chiesetta de Sant'Antoni
In epoche più recenti, il 17 Gennaio, data della festa del santo, i contadini saronnesi si recavano all’esterno della chiesa per far benedire il bestiame (oltre che per baciare la reliquia del santo in essa contenuta). Con la trasformazione da borgo agricolo a industriale, l’usanza si è poi trasformata nella classica benedizione di auto, camion e trattori.

Durante il giorno di festa, viene suonata incessantemente la campana della chiesetta, in modo da fare da richiamo alla gente. Un tempo il picchiettio della campana era eseguito manualmente dai “fioeu del rion de Sant’Antoni”.
Da corollario alla venerazione del santo, fanno ben mostra di sé innumerevoli bancarelle, soprattutto di dolciumi.

Ricordo benissimo che quando ero piccolo, i miei nonni e genitori tornavano a casa sempre con il firòn, una “collana” di castagne cotte al forno legate tra loro tramite uno spago, e assieme al firòn mi regalavano la tira e taca (una specie di croccante a forma di spirale allungata).
I fironàtt ai tempi erano tutti saronnesi, e provenivano dalle vicine cascine, come quella della Cassina Ferrara, la Colombéra e la Manuèlla.
Ul firòn
La festa de Sant’Antoni, a Saronno viene identificata anche come festa di mòros (festa degli innamorati). Oggi si può ridere su quest'aneddoto che vi sto raccontando, ma una volta ul firòn era considerato un emblema fallico, ed i giùvin fidansà omm non lo facevano acquistare alla loro mòrosa.
Tradizione era mangiare a Sant’Antoni  i cudeghìtt còld con polenta o più comunemente con le lenticchie. Altro piatto classico era la cazzoeùra (vedere il detto sotto indicato).
Molti i detti e proverbi locali dedicati a questo Santo, vediamo di ricordarne alcuni:


·         A Sant’Antògn, on’ora e on grogn
·         Sant’Antoni da la barba bianca – fémm trovàa quel ca ma manca
·         Sant’Antoni – frécc da demòni
·         A Sant’Antoni, firòn e cazzoeùra


Riporto anche questa bellissima poesia di Giuseppe Radice, saronnese, promotore di cultura locale e socio fondatore della Società Storica Saronnese:
Lüs de Sant’Antoni


Come l’è viva e bella ‘sta gesètta
quand la lüsiss al dì de Sant’Antoni.
Ghe se fann dree, intorna a la sirètta,
firlér de gent che fann un pandemoni.


In mezz al frècc che ‘l picca e ‘l cagna i oss
ribrillen bancarei pien de bomboni.
Sotta al tabàr, quattaa dal gran geross,
un quai veggètt el tacca sù i fironi.


Se sent un martellett pestà i campann
fra tanto agibile che gh’è in la féra:
anca ‘sta festa gh’ha ‘l so bell riciamm.


Per cascià via malann e malefizi
se pizza a Sant’Antoni ‘na candira:
e coi patér se sbrana i regolizi.


Come dice anche Radice nella sua poesia, la festa attrae gente da tutti i paesi del circondario, e negli ultimi anni, tramite l’associazione Sant’Antonio di Saronno, nel fine settimana precedente al 17, viene fatta una rievocazione storica con un apposito corteo. Inoltre ci sarà la rappresentazione di un borgo contadino e verranno dati da degustare piatti tipici.
Quest’anno la rievocazione si svolgerà il 12-13-14 Gennaio, mentre il 17 ci sarà la sagra (vedere link sottostanti).


http://www.santantoniodisaronno.it/la_sagra.htm


Consiglio a tutti di non mancare a questi appuntamenti, in quanto fanno parte delle nostre tradizioni, e rimangono sempre momenti di aggregazione locale e di festa (sia religiosa che più semplicemente di divertimento).
Bon Sant’Antoni a tutt i gent…

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