lunedì 22 luglio 2013

Le porte d'ingresso di Gerenzano (parte prima) - da Saronno alla stazione delle Nord Gerenzano - Turate

Tempo fa, sull'inserto domenicale del quotidiano La Prealpina (che si chiama Lombardia Oggi), lessi un'intervista a un varesino (inteso proprio come abitante di Varese città) nella quale dichiarava che il sud della nostra provincia, soprattutto la zona di Saronno, è davvero brutta, piena d'industrie e capannoni, con un traffico ben al di sopra della media.

La cosa non è che sinceramente mi abbia lasciato perplesso o stupito. Tralasciando per un attimo la questione traffico (con cui sono pienamente d'accordo), tra le tante "battaglie" che porto avanti spesso su questo blog e a voce tra amici e conoscenti, c'è quella contro l'espansione edilizia ormai incontrollata e inutile (sia industriale, commerciale e residenziale), che porta ogni giorno a un eccessivo consumo di suolo delle nostre aree verdi e boschive, lasciando al loro posto, nella maggior parte delle volte, autentiche "brutture" di cemento.

Ho quindi voluto verificare personalmente, immedesimandomi in una persona comune che giunge per la prima volta a Gerenzano, cosa potrebbe pensare del nostro paese in base a ciò che vede e incontra a livello di territorio e costruzioni.

E' come un semplice giochino: analizzare visivamente quello che s'incontra da tutte le vie d'accesso (o quasi tutte perlomeno) al paese (vie d'accesso definite "porte d'ingresso" nel titolo dell'articolo).
Verrà preso in considerazione solo ciò che è posto all'inizio di ogni "porta", senza addentrarsi poi verso il paese, in modo da capire qual è il biglietto da visita che proponiamo agli occhi della gente.

Per facilitare la consultazione di ciò che leggerete e vedrete più avanti, ho suddiviso le porte d'ingresso a Gerenzano in quattro quadranti, che si svilupperanno in senso antiorario partendo dalla parte di Saronno.

Quadrante numero 1: da Saronno alla stazione delle Nord Gerenzano - Turate
Quadrante numero 2: da Cislago - Turate alla Fagnana (via Don Gnocchi)
Quadrante numero 3: dalla Massina alle discariche
Quadrante numero 4: dal Parco degli Aironi a Saronno

Siete pronti ? Sì ? Ok, armiamoci di macchina fotografica e partiamo !!!

QUADRANTE NUMERO 1: da Saronno alla stazione delle Nord Gerenzano - Turate

Tralascio il "cementificio Bossi", prima bruttura che incontro arrivando dallo svincolo dell'autostrada (mentre sulla destra trovo un concessionario d'auto), e mi fermo alla rotonda della vecchia Varesina che arriva dalla città degli amaretti, Saronno.

Un cartello pubblicitario elettronico, riportante sotto una cartina di Gerenzano, mi accoglie "regalandomi" extrasconti su servizi relativi ai nostri odierni cavalli ferrati. Alla distanza di 10 metri, un secondo cartello m'indica che sto varcando il territorio comunale di Gerenzano, e devo fare attenzione poiché un terzo cartello, riportante la sagoma del viso di un "ghisa", mi avvisa di stare "all'occhio", data l'eventuale presenza del controllo elettronico della velocità.


Ma poi l'occhio cade inevitabilmente su ciò che è presente dietro ai cartelli: un manufatto in lamiera arrugginita, vetri rotti e tetto in pannelli di Eternit fa bella mostra di sé, facendo sussultare "d'orrore" "l'ignaro passante".
Trattasi di un ex capannone di un artigiano che lavorava in tutte le "salse" il rame: pentolame, lampade, sedie e i più svariati oggetti si potevano trovare da lui. E devo dire che erano anche belli, avendo avuto occasione di visitarne l'esposizione. Poi, una volta andato in pensione (una decina di anni fa), il capannone è stato lasciato al suo destino.

Sul lato opposto troviamo invece il supermercato adiacente al centro commerciale Bossi, e successivamente troviamo un negozio di abbigliamento (lo stabile di quest'ultimo negli anni ha subito vari cambi d'uso: ex fabbricato facente parte della Montepilli, è diventato sala Bingo prima, discoteca poi, fino a diventare quello che è oggi).




Ma se giriamo lo sguardo di nuovo a destra, un'altra dose di "spavento" ci attende: l'ex fabbricato dell'OCAR, azienda di autoricambi ormai dismessa da moltissimi anni. Anche qui vetri rotti fanno bella mostra di sé, inutilmente protetti da saracinesche "a rombi", erbacce riempiono la base del muro perimetrale, ricoperto di mattonelle marroni una volta lucenti...
OCAR e il capannone dell'artigiano del rame sono l'area in cui è previsto il nuovo "mini" centro commerciale del Santino. Se uno s'immagina questa nuova colata di cemento e tutto il traffico che ne conseguirà su questa zona già ora al collasso, quasi quasi rivaluta l'attuale situazione dell'area (anche se è una bella lotta effettivamente).


Meglio passare oltre.

Lo sguardo cade sulla porta d'ingresso oserei dire principale di Gerenzano: il ponte dell'autostrada A9. Pare un po' una strettoia che incute timore, ma per arrivare al nostro paese il passaggio è obbligato. Sulla sinistra della foto possiamo vedere che le barriere antirumore poste tempo fa sui lati dell'autostrada, sono già state imbrattate da qualche genio di writer...notiamo invece a destra un cartello stradale di color marrone, da cui spicca una bellissima immagine di una chiesa: la chiesetta di San Giacomo ! Finalmente qualcosa che valorizza il paese, penserà "l'ignaro passante" nel vederlo, dopo aver assistito al precedente festival degli orrori.


Sulla destra del cartello d'interesse storico, si apre uno spazio verde ben curato, da cui spunta una viabilità un po' particolare, che fa accedere al "famoso" Santino, ben noto e grosso centro di abbigliamento. Milanesi e limitrofi lo considerano una mecca, dove sperperare i loro denari...


Lemme lemme supero il ponte dell'autostrada, arrivando a un ulteriore rotonda. Un uppercut mi devasta la mascella !
Una simil astronave aliena nera e rosa pare atterrata a Gerenzano. Il nuovo capannone costruito una decina d'anni fa a destra della strada è davvero sconcertante. Colpisce per le sue fattezze massicce, squadrate e tonde assieme, s'impone in maniera decisa alla vista. Un vero esempio di edilizia industriale moderna, sicuramente utile per gli scopi cui è destinato, ma davvero sgraziato ai nostri occhi (e prima era anche peggio, in quanto la mezzaluna nera non c'era, è stata costruita in un secondo momento).


Se allungo lo sguardo all'orizzonte, seguendo la striscia d'asfalto della Varesina, si notano già sullo sfondo ulteriori strutture industriali. Vabbè, insomma, mica ci si può sempre lamentare, da qualche parte la zona industriale ci dovrà pur essere per far lavorare 'sti gerenzanesi...(vedremo poi invece, anche nei prossimi articoli, come la zona industriale di Gerenzano si sia sviluppata a macchia di leopardo).

A sinistra della strada provinciale, separate da un campo di grano da quest'ultima, si allarga un'ulteriore serie d'industrie: Gefran (ex SIAE Peterlongo), ditta di traslochi e ricambista di elettrodomestici hanno piazzato qui da anni la loro attività.


Riparto lungo l'asse della Varesina. Superata l'astronave nera e rosa, nell'ordine incontro: un'azienda che lavora il marmo (Galimberti, anche se non so se sia ancora sua), la sede di un ex negozio di abbigliamento (oramai chiuso da due anni), e un altro scheletro di cemento che mi manda definitivamente al tappeto !!!




 
L'ultima foto sopra, è una di quelle cose che per me, gerenzanese dalla nascita, non ho mai capito. Questo capannone esiste da quando io ero "piscinin", e la parte scheletrica è sempre rimasta in queste condizioni. Ma qualcuno è capace di spiegarmi com'è possibile arrivare a simili situazioni ? Chi era, chi è il proprietario dello stabile ? Qual era la destinazione d'uso all'epoca ? Perché non è mai stato finito ? Per quanto ancora dovrà rimanere in queste condizioni ?
Se io mi pongo tutte queste domande indignate di fronte a questo scempio, m'immagino cosa possa pensare "l'ignaro passante".
 
Ok, voltiamo lo sguardo a sinistra: la rimessa di un gommista si mette in bella mostra con il simpatico omino "ciccione" della Michelin. Prima del gommista, facce "tese" provenienti dall'adiacente autolavaggio mi scrutano in maniera minacciosa, temendo che forse fotografi lo spazio dedicato alla loro attività...meglio ripartire va...anche se spiegassi cosa sto facendo temo che non ci credano...
 
 
 
Spostiamoci quindi, come dicevo in apertura, in senso antiorario verso est, per vedere le altre porte d'ingresso gerenzanesi.
Utilizzando la nuova strada sopraelevata sulla ferrovia che scorre parallela all'A9, giungo nei pressi di via Moneta. Prima, però vengo colpito dalla grandezza della vasca di laminazione che è stata costruita (e quindi ci siamo ritrovati "gratuitamente" sul nostro territorio) con l'ampliamento della terza corsia dell'autostrada. Il piccolo boschetto che vedete sullo sfondo, prima arrivava a lambire l'autostrada, ora è notevolmente arretrato. Era "terreno di caccia" di mio padre, in quanto andava lì a recuperare legni di robinia da trasformare in bastoni per i "tùmatas" del nostro orto.
 

Arrivo alla nuova rotonda di via Rovello, e imboccato il ponte, giungo alle case di via Moneta, piccola frazioncina di Gerenzano.
Da questa parte si può raggiungere il paese da Saronno (tramite una stradina che è stata asfaltata pochi anni orsono), oppure da Rovello, seguendo un sentiero che attraversa "pertich e pertich da càmp cultivàa".
Tutte le stradine sterrate che si diramano da Rovello a Gerenzano, sono state in passato il mio campo d'allenamento dove correre e cercare (con scarsi risultati) di tenersi in forma. Si correva tranquilli, in mezzo al verde, incontrando leprotti selvatici e fagiani coloratissimi, qualche biker con cui ci si salutava cordialmente, trattori impegnati ad arare i campi...insomma un bel "terreno" dove allenarsi e immergersi nella natura. Ultimamente ho notato che molti gerenzanesi hanno riscoperto quest'area, dove fare una corsetta o una passeggiata...bene, altri spazi verdi che la nostra comunità sta riscoprendo.
P.S. curiosità: tra Gerenzano e Rovello è presente un radar segnalatore per aeromobili. Se avete occasione di passare sulla stradina sterrata che è di fronte all'installazione, dategli un'occhiata.


Via Moneta, giungendo da Saronno

La via sterrata che giunge da Rovello

Retrospettiva della stessa strada, sullo sfondo le case di via Moneta


Il ponte dell'autostrada dal lato di via Moneta
Devo sinceramente dire che "l'ignaro passante" difficilmente penso possa giungere a Gerenzano da questa parte, in quanto più che altro è un accesso che solo gli abitanti della zona sfruttano e conoscono.
 
Risupero il ponte, e giungo di nuovo alla rotonda di via Rovello. Sulla destra trovo l'ex ORAI Italia (ora Saponificio Rondinella). A partire dalla metà degli anni '80, questa è diventata una zona residenziale di "lusso". Ville e "villoni" la fanno da padrone...
La casa bianca che vedete in foto, sul finire degli anni '70, era l'ultima casa della via, isolata da tutto. Ora alla sua sinistra, e prima di lei (verso il passaggio a livello, per intenderci), le nuove ville l'hanno ormai agglomerata in un'unica serie continua di case. Ampi campi coltivati resistono comunque al cemento, aprendo l'orizzonte verso Turate e le Prealpi comasche e varesine (il bianco del faro di Brunate di giorno e i suo fasci multicolori di notte rendono la visuale quasi da cartolina).
 
 
Altra porta presa in considerazione è quella della stazione Nord, provenendo da Turate. I nuovi palazzi, imponenti, lustri nel loro colore beige nuovo di zecca, spadroneggiano lungo il viale della stazione, riducendo a piccole macchie verdi i tigli quasi centenari presenti sulla strada (e recentemente potati).
La recente rotonda sbigottisce "l'ignaro passante". Per andare in via San Francesco bisogna prima passare dal via come a Monopoli...pazzesco !
 
 
Giungo al semaforo sulla Varesina: i lavori per la nuova rotonda procedono, reti arancio delimitano il cantiere. Il vecchio caseggiato sede della filiale locale della BPM ci accoglie a Gerenzano.
 
 
Su quest'ultima foto si concludono le porte d'ingresso gerenzanesi del primo quadrante.
 
Che cosa può notare il nostro "ignaro passante" ?
Che provenendo da Saronno, centri commerciali, industrie in attività e capannoni dismessi la fanno da padrone, dando l'idea di una zona altamente antropizzata (cosa che effettivamente lo è).
Per contro, una zona ampiamente verde si incontra provenendo da via Moneta, dando respiro alla parte est del paese.
Piuttosto insignificante e fredda (a mio parere) è l'area della stazione, valorizzata forse solo dalla presenza del Villaggio Amico (inteso come stabile di utilità sociale).


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