lunedì 21 luglio 2014

Merende d’altri tempi: la rüsümaua…

Fine anni ’70, primi anni ‘80: ricordo nitidamente una frase che si diceva a casa mia, soprattutto d’estate, “facciamo il ciù-ciù”.

Queste poche parole erano dette dai miei nonni o dai miei genitori per identificare una specie di luculliana merenda dei loro tempi: la rüsümaua (o rüsümada,rossumàda, il nome cambiava in base alle varie inflessioni dialettali lombarde).
Nome che deriva probabilmente dal rosso dell’uovo (ul rüss o rossùm), e la ricetta è semplicissima da eseguire: un uovo, zucchero e vino sono gli ingredienti principali. Veniva fatta nel periodo estivo come merenda rinfrescante, e la sua peculiarità era quella di essere molto energetica.

Elemento principale della preparazione è un vecchio attrezzo da cucina: una specie di frustino a molla che comprimendolo ripetutamente, montava a neve l’albume dell’uovo. Una delle cose che conservo gelosamente dei miei nonni,  è proprio questo. Con il manico di legno e una molla in ferro che si sviluppa in maniera conica, è quello che serve a fare la rüsümaua, e che dal suo rumore immerso nell’albume faceva esclamare la famosa frase “facciamo il ciù-ciù”.
L’esecuzione della ricetta è davvero facile: si prende un uovo e si divide l’albume dal tuorlo. L’albume viene messo in una tazzina, e con il frustino a molla lo si lavora montandolo a neve. L’operazione richiede qualche minuto, e il risultato finale deve essere una specie di crema bianchissima molto soffice. A questo punto si mette il tuorlo dell’uovo e si mescola energeticamente amalgamando insieme le due parti dell’uovo. Piano piano vedrete che il vostro composto assume una colorazione giallastra. E’ il momento di aggiungere qualche cucchiaino di zucchero, per rendere dolciastra e più piacevole la vostra crema.

Quando la mangiavo io, essendo un bambinetto, la ricetta era conclusa come sopra descritto. Una specie di zabaione dolcissimo allietava così i miei pomeriggi estivi, regalandomi dolci emozioni e un’abbondante dose di energia supplementare.
Per i più grandi invece, parlando soprattutto in riferimento all’epoca dei miei bisnonni e nonni, c’era la versione alcolica: i “sciùr”, ovverosia quelli che potevano permetterselo, aggiungevano un goccio di marsala secco. Invece i poveri contadini, dovevano accontentarsi di aggiungere un bicchierino di vino rosso, il classico vino da “vassell” che la maggior parte di essi producevano dalle vigne di proprietà, oppure, visto che il vino costava nel caso in cui si fosse acquistato, si allungava il tutto con un po’ d’acqua.

Forse ora ci viene da ridere a sentir parlare di questa tipologia di merenda o ricostituente che fu alla base dell’alimentazione dei nostri “vecchi”, abituati come siamo ad avere ogni tipologia di merendine, gelati o affini da mangiare quando vogliamo, ma una volta la rüsümaua rappresentava una delle poche risorse per dissetarsi durante la calura estiva e per riprendere energie.
Io mi ritengo fortunato nell’aver avuto da piccolo la possibilità di assaggiare questa semplice “prelibatezza”: rivedo ancora oggi tutte le fasi di preparazione di essa, il famoso rumore del “ciù-ciù”, e le parole dei miei nonni e genitori, che mi trasmettevano entusiasmo e “acquolina in gola” nell’attesa di mangiare la rüsümaua. E che bontà era poi assaggiarla, assaporarla piano piano, sentire la dolcezza e cremosità dell’impasto, che scorreva fresca sul palato, per poi finirla voracemente e chiederne ancora. Ricordo ancora il sorriso di mia nonna quando gli chiedevo di farmene un’altra, e lei, pur di accontentare suo nipote, con pazienza si rimetteva a rifare il tutto.

Sono passati più di trent’anni da quei momenti dolcissimi (dolcissimi in tutti i sensi). Dal fondo di un mobiletto della cucina prendo il vecchio frustino a molla della nonna. Il manico in legno ormai color marrone scuro dovuto al tanto utilizzo, la molla in acciaio non più brillante ma sempre pronta a fare il suo dovere.
E’ un antico richiamo che mi fa rivivere mille emozioni, la voglia di vedere ancora una volta quella vecchia ricetta e preparazione mi portano indietro di decenni.

E’ il momento di rifare la rüsümaua !
Tazzina, uovo e frustino sono allineati sul tavolo. Divido i due componenti dell’uovo, mettendo nella tazza l’albume. Prendo il frustino e via ! Con movimenti veloci lo comprimo e rilascio: sì, dopo tutti questi anni mi parla ancora…il suo “ciù-ciù” è rimasto uguale, dolce e meccanico come allora. Sorrido tra di me, mentre Sabrina mi prende per pazzo, e continuo a sbattere l’albume. Dopo un poco quest’ultimo è ben montato a neve. Aggiungo il rosso dell’uovo, e mescolo il tutto. Una crema dorata prende forma nella tazzina…sofficissima e colorata invoglia all’assaggio, ma non prima di aver aggiunto una spolverata di zucchero.

Ed eccomi pronto all’assaggio: dolce, cremosa, soffice…sapore di uovo freschissimo, con una persistenza infinita…il tutto mi riporta alla mia gioventù: per un attimo rivedo il vecchio tavolo dei nonni, con la finitura superiore in formica verde…la tazzina dal bordo colorato, i movimenti decisi di nonna Bruna che schiacciano il frustino, lo schizzare di qualche goccia d’albume…l’aggiunta del rosso e zucchero e l’amalgatura finale. E il sorriso di mia nonna nel pormi tazzina e cucchiaino, con a fianco il nonno che diceva “mangia nàa, ca l’è bona”…
Sì nel rifarla ho riassaporato vecchie emozioni, ma non nascondo che al di fuori di quelle ancora oggi fare e mangiare la rüsümaua è davvero fantastico, con poco si gode davvero !!!

Parlatene in famiglia, vedrete che i vostri genitori o nonni si ricorderanno benissimo di questa vecchia bontà, e soprattutto provate a farla, non ci vuole nulla e vedrete che ne rimarrete entusiasti.
P.S. 1: penso che ormai più nessuno abbia come me il vecchio frustino a molla della nonna, ma potete ovviare a ciò anche con un moderno frustino elettrico.

P.S. 2: i “nostar vécc” avevano l’usanza di intingere anche del pane nella rüsümaua, per avere un ulteriore merenda più completa.
Di seguito trovate le foto della preparazione della mia rüsümaua…

Tazzina, uovo e frustino...siamo pronti per la preparazione della rüsümaua 

Ecco il mitico frustino a molla della nonna...

Si mette nella tazzina l'albume...

Con energia lo si monta a neve, comprimendo il frustino verso il fondo della tazzina: qui si sente il famoso rumore del "ciù-ciù"

Ecco l'albume montato a neve...deve essere soffice ma ben denso...

Aggiungiamo il rosso dell'uovo e qualche cucchiaino di zucchero...

Mescoliamo il tutto in modo da renderlo omogeneo...ed ecco che la rüsümaua è pronta !!!

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