martedì 8 luglio 2014

Una giornata tra lago Maggiore, Mottarone e Macugnaga…divertimento, natura e “richieste d’aiuto”…


Sabato scorso con Sabri decidiamo di andare a trovare Kiki, che da qualche settimana è a Laveno a casa della nonna.
Ne approfitteremo quindi per fare un giretto in giornata tra laghi e monti della zona.
Partiamo di buon’ora da Sesto, e giungiamo a Laveno per recuperare Kiki. I baci e gli abbracci si sprecano, ci mancava la sua presenza solare, tanto è vero che ci contagia, rendendoci pimpanti e allegri per tutta la giornata. Finalmente il meteo ci regala una giornata di sole con un’arietta frizzante, che rende la temperatura piacevole.

Carichiamo Kiki e relativo zaino in macchina, e ci dirigiamo all’imbarcadero di Laveno, da dove prenderemo il traghetto per arrivare a Intra. In attesa della nave ci sono poche macchine e qualche moto, più qualche pedone. Nell’attesa ci viene incontro un simpatico ragazzo di colore, che ci propone l’acquisto di bracciali e libri di cultura africana: tra questi ultimi attira la mia attenzione un ricettario dedicato alla cucina di quei paesi lontani. Non posso esimermi dal suo acquisto…mi diletterò quindi prossimamente a cucinare qualcosa di etnico.
Bene, arriva il traghetto: ci imbarchiamo con il Pandino, e durante la breve traversata (circa 20 minuti), ci dedichiamo a fotografare il paesaggio. Lasciamo alle nostre spalle Laveno e il suo imponente Sasso del Ferro, e davanti a noi in lontananza appaiono le tre isole del Verbano, sormontate dalla sagoma del Mottarone. Sulla destra vediamo invece Luino, mentre a sinistra si notano gli speroni rocciosi su cui sorge l’eremo di Santa Caterina del Sasso. Di fronte, a mano a mano che ci avviciniamo, si delinea invece la sagoma di Intra: stiamo arrivando sulla sponda piemontese del lago.

Sbarchiamo e ci dirigiamo verso la nostra prima meta della giornata: il Mottarone !
Il Mottarone è la classica meta dei giri fuoriporta dei milanesi, essendo una tra le prime montagne vicine dove si può praticare sci (anche se piste e impianti non sono certo il massimo). Da Intra attraversiamo Fondotoce e l’elegantissima Stresa (da cui ammiriamo l’Isola Bella, Madre e dei Pescatori), e iniziamo la salita verso la vetta. Questa strada e questi posti li conosco a menadito, avendoli fatti una miriade di volte in moto ed essendo stati i posti delle classiche castagnate e ricerche di funghi con gli amici, ed è sempre un piacere attraversare questi boschi. Certo la strada è stretta e piena di curve e tornanti, ma è questa sua peculiarità che la rende attraente. Unica nota dolente è l’asfalto, davvero in pessime condizioni.

Arriviamo alla piccola baita d’ingresso al parco del Mottarone (dove siamo spennati di ben 7 euro !), e ci inerpichiamo sugli ultimi tornanti che conducono in vetta. Qui il cielo si fa plumbeo, minaccioso, nuvole scure non promettono niente di buono. In realtà ben presto anche in cima il sole farà capolino, regalandoci una giornata limpida…
Certo che il Mottarone in cima risulta essere piuttosto anonimo: qualche ristorante (tra cui la baita del CAI, luogo di memorabili mangiate e bevute in compagnia), impianti di risalita e i tristissimi ripetitori posti proprio sulla vetta che imbruttiscono il panorama. Di fianco a questi ultimi si mette in mostra un’alta croce bianca, da cui si gode una vista mozzafiato del lago Maggiore e del lago d’Orta, oltre a vedere svariati laghi minori della provincia varesina.

Ma insomma, se a parte la bellissima vista questa montagna regala ben poco, immagino che vi starete domandando cosa siamo andati a fare proprio lì ! Bene, la risposta è semplice: da qualche anno è stata messa in funzione una specie di pista (o meglio montagne russe) su bob a rotaia. Dicono che sia bella e che si divertano sia grandi sia piccini…e quindi quale migliore attrazione per far divertire Kiki e anche noi ?
Il bob è a due posti, dotato di cinture di sicurezza, e ha due leve che tirandole freni come e quando vuoi, quindi sei tu che decidi la velocità con cui scendere. Subito ci lanciamo in un giro Kiki ed io, dove io sono l’addetto alla “frenatura”. Chiaramente decidiamo di fare il giro “a manetta”, per provare un po’ di adrenalina ! Partiamo, e subito curve e controcurve ci regalano momenti di paura e divertimento: la velocità raggiunta è molto alta, più di una volta penso di volare via e atterrare nel bosco adiacente, ma siamo in piena sicurezza, e Kiki si diverte un mondo lanciando urla e risate a più non posso. Purtroppo il giro è piuttosto breve, sarebbe stato bello che la pista fosse un poco più lunga, ma ci accontentiamo, o perlomeno mi accontento io, perché poi Kiki si fa prima un giro anche con la sua mamma, e poi decide di farlo da sola. Alla fine ha un sorriso illuminante.
Scendiamo poi dalla vetta e ci sistemiamo in uno dei baretti lì vicino, dove ci rifocilliamo e riposiamo un poco. Nel frattempo do una veloce occhiata nei boschetti vicini, in cerca di funghi. Qualcosa c’è, ma nulla di rilevante…sono ingolosito da qualche bella “gambasecca” da fare con la pasta, ma alla fine decido di non raccogliere nulla.

Ripartiamo quindi per scendere verso Stresa e dirigerci verso la seconda meta della giornata: Macugnaga.
La ripida discesa ci regalerà due momenti particolari: il primo è la vista, a non più di dieci metri da noi, di un bellissimo e imponente falco. La seconda è invece ben più “drammatica”. Da un tornante posto all’estremità del bosco, saltano fuori due famiglie che si sbracciano per farci fermare.

Sono due coppie di olandesi con bambini piccolissimi, uno nel passeggino e l’altro in braccio. Si avvicina una delle due mamme, agitatissima, dicendoci in inglese che sono saliti da Stresa in funivia, e che una volta in cima, sono stati consigliati di scendere a piedi attraverso i boschi, e che circa in un’ora e mezza sarebbero giunti a Stresa. Purtroppo però si sono persi, e attraversare il sentiero nei boschi con passeggino e bambini piccoli è stata finora un’impresa. Ci implora di portare a Stresa suo marito, in modo da recuperare la loro auto e risalire poi a prenderli.
Rimaniamo sbigottiti nel sentire che qualcuno gli abbia consigliato di scendere a piedi nei boschi e con i bambini piccoli, anche perché la discesa fino a Stresa è molto lunga, altro che percorrerla in un’ora e mezza…ci sarebbero arrivati a notte inoltrata in quelle condizioni ! Certo che anche loro avventurarsi così alla cieca nei boschi non è stato il massimo, magari pensava che fosse una cosa più semplice e corta, però un poco di colpa l’hanno anche loro secondo me !

Ok, carichiamo il marito e scendiamo a valle. a mano a mano che scendiamo dalla lunga tortuosissima strada (circa 20 km), la faccia dell’olandese si fa sempre più terrea: si sta rendendo conto della distanza che avrebbero dovuto coprire…
Giungiamo quindi al parcheggio della funivia, dove ci offre 10 euro per il disturbo (categoricamente da noi rifiutati). Ma prima dei saluti io e Sabri ci guardiamo in faccia: da solo non riuscirebbe con la sua auto a ritrovare la strada per risalire, anche perché le indicazioni per il Mottarone sono piuttosto deficitarie, e inoltre qualche bivio potrebbe trarlo in inganno. Non ci pensiamo due volte, dicendogli di seguirci con la sua auto, in modo da riaccompagnarlo su !

Quindi, pronti via: si risale ancora per le pendici del Mottarone ! Noi che facciamo da apripista e lui che ci segue in macchina ! Il Pandino arranca ancora sulla salita, sbuffa e chiede marce corte…giunti alla casetta d’ingresso dove si paga, ci fermiamo e salutiamo l’amico olandese: da qui non potrà più sbagliare strada.
Ma le sorprese non finiscono: durante la discesa, sulla strada, un signore con un braccio ingessato, stanco e sudato, ci chiede un passaggio per Baveno ! Ok, le opere pie non sono finite, lo facciamo salire e gli diamo uno strappo…ci ringrazia anche lui calorosamente…

Riprendiamo quindi la lunga strada che ci porterà a Macugnaga. All’inizio è anche lei piuttosto tortuosa, per poi aprirsi in una carreggiata più ampia. Però ciò non basta, perché a un certo punto ci troviamo davanti un bus che ci impedisce di avere una marcia più sostenuta. Ci accodiamo a esso, e con molta pazienza giungiamo a Macugnaga.
Parcheggiata l’auto, ci rechiamo nella piazzetta principale, dove si svolge una fiera di artigianato locale. Pizzi e merletti, sculture di legno, prodotti tipici locali, si presentano in bella vista sulle bancarelle. Kiki è subito attratta da giochi (o meglio rompicapi) in legno da smontare e rimontare. Immancabilmente parte l’acquisto…avrà il suo bel da fare nel risolvere il gioco durante le ferie estive. Proseguiamo nella visita agli stand, giungendo poi a un piccolo recinto dove è presente una mucca con il suo vitellino. Il piccolo fa tenerezza, correndo dietro alla madre nel tentativo di succhiare un poco di latte dalle mammelle…

Ci guardiamo poi un po’ intorno. Macugnaga è un piccolo paesino Walser alle pendici del Monte Rosa, la cui cima rimarrà sempre nascosta tra le nubi durante le ore della nostra permanenza. Si trova alla fine della valle, chiusa dalle montagne circostanti. Parte del ghiacciaio del Rosa è visibile, anche se un locale ci spiega che si è molto ritirato rispetto ad anni fa. Le casette di legno del paese sono bellissime, con balconcini adornati di cascate di gerani penduli, regalandogli colori vivaci. Svariate persone girano con i costumi locali, che sono davvero ben belli e di ottima fattura. Ci sono molti negozi di abbigliamento sportivo da montagna, dove Sabrina acquista un bel paio di scarpe da trekking da utilizzare nelle prossime ferie in Alto Adige, e il proprietario del negozio, davvero simpatico, si mostra prodigo di consigli e attenzioni nella spiegazione di che tipo di scarpe da comprare. Direi che sia noi sia lui abbiamo fatto un ottimo affare !
Giriamo ancora un poco nelle viette, ammirando la bellezza del posto, e poi, verso le 19, riprendiamo la strada del ritorno. La strada stavolta scorre veloce sotto le nostre ruote, giungendo a Intra per imbarcarci verso Laveno. La traversata di ritorno ci regala un tramonto bellissimo sul lago e sulle montagne circostanti, e al nostro arrivo a Laveno ci rechiamo in un ristorantino sul lungolago dove mangiato una pizza accompagnata da un bel boccale di birra fresca.

Finita la cena, ci concediamo un gelato, per poi riaccompagnare Kiki dalla nonna. Proseguirà le sue vacanze al lago fino alla fine del mese. Contenta e felice, ci saluta con gioia, e soprattutto con molta stanchezza: la giornata è stata intensa per tutti.
Laveno, Gemonio, il lago di Varese, l’autostrada: il Pandino corre veloce con il muso puntato verso Sesto. Anche lui si è fatto una giornata davvero tosta, anche lui non vede l’ora di riposarsi. Arriviamo a Sesto, trovandola già immersa nella notte. Palazzi, case e auto ci re immergono nella quotidianità cittadina, purtroppo i bei paesaggi visitati nella giornata sono già un ricordo. Ricordi e avventure però davvero piacevoli ed entusiasmanti, che ricorderemo a lungo…

Alcune foto della giornata...

Intra vista da Laveno

Sul traghetto

La cima del Mottarone...

Laveno alle nostre spalle...

In fondo si intravede Luino...



Ci si avvicina a Intra

La vista a metà costa dal Mottarone...le isole Borromee...


La cima della montagna...


Polli d'alta quota...


"Gambesecche", ovverosia Marasmius Oreades...

Le vallate che si aprono dal Mottarone...

La croce e le antenne della cima spuntano dalla vegetazione...


Gyromitra Esculenta...bellissime...

La croce in cima...

La vista dalla vetta...

I bruttissimi ripetitori...
Eccoci a Macugnaga...
Le bellissime case Walser...
Piccole casette in miniatura...
Prodotti tipici locali...

 
Alla ricerca dell'oro...
Porcini in legno...
 


 
La banda locale...
 
I frutti dell'autunno...
Giochi locali d'altri tempi...il gioco della rana...
 
 
 
 
I rompicapo in legno...
 
 
Il massiccio del Rosa nascosto tra le nubi...
Una bellissima cascatella...
Candele di cera...
Mirtilli !!!


Si lavora il legno...




Si avvolge il filo di lana...


Ancora funghi...







Spezie coloratissime...

Minerali...





Il vitellino...

Eccolo con la mamma...

Si setaccia la ghiaia alla ricerca di pagliuzze d'oro...


Invasione di lumache...
 

2 commenti:

  1. a Macugnaga domenica c'ero anch'io. Ho acceso la stufa!

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  2. Pierangelo, allora è mancato poco che ci incontrassimo...!
    Si comunque confermo anche io che faceva frescolino...
    P.S. non ero mai stato a Macugnaga devo dire che è molto carina...

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