lunedì 6 gennaio 2020

20*C+M+B+20

Benedizione con il gesso presso Casa Carnelli a Gerenzano
Benedizione con il gesso presso Casa Carnelli a Sesto San Giovanni


Durante le vacanze della scorsa estate, trascorse scoprendo la splendida Germania, tra le varie cose viste, una in particolare ha destato la nostra curiosità: la scritta 20*C+M+B+19 fatta in gesso bianco, posta sull'architrave di molte porte d'ingresso delle abitazioni.

Abbiamo quindi chiesto lumi al proprietario di un B&B presso il quale alloggiavamo e dove era presente la scritta, ci ha spiegato che si tratta di un'inscrizione che viene posta nel giorno dell'Epifania da parte del capofamiglia, ed è una benedizione della casa e dei suoi componenti familiari. Relativamente alla simbologia della scritta, ci ha detto che i numeri 20 e 19 stanno ad indicare l'anno corrente, le lettere C, M, e B indicano le iniziali dei Re Magi (Gaspare, Melchiorre e Baldassarre - in tedesco Caspar, Melchior e Balthazar), l'asterisco rappresenta la stella cometa che ha guidato i Magi, e le tre croci indicano la croce cristiana.



Tutta questa storia mi ha particolarmente colpito, ed una volta a casa, ho provato a documentarmi su di essa tramite qualche ricerca in internet e interpellando qualche conoscente che sapevo poter aiutarmi in questa materia. E' più complessa di quanto descritto dal nostro amico tedesco (immagino che abbia semplificato molto la descrizione), e soprattutto ha più varianti.

Il denominatore comune a tutte, è che si tratta di una vera e propria benedizione della casa, che viene eseguita nel giorno dell'Epifania (dodicesimo giorno dopo Natale, facente parte dei dodici giorni santi - o anche detti notti sante, mentre in Alto Adige vengono chiamate le dodici notti del fumo, "Rauhnächte"). E' una tradizione cristiana che si svolge principalmente nei paesi di lingua tedesca, ma anche in Ungheria, Romania, Polonia e Nord America, e la troviamo anche nel nostro Trentino Alto Adige, in alcune zone del Friuli, in Lessinia e presso alcune comunità pastorali dislocate in tutta Italia (ho scoperto, per esempio, che anche la chiesa di Vanzaghello la esegue). Sono note alcune foto nel web del Papa emerito Benedetto XVI nelle quali si può notare come, sulla porta d'ingresso della sua residenza nel Vaticano, sia presente la scritta.

Tutto nasce dalla benedizione che il parroco pratica sulla porta d'ingresso della chiesa, apponendo con un gessetto la scritta 20*C+M+B+20, dove nella realtà le tre croci rappresentano la frase "nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo". Alcune scuole di pensiero indicano che le lettere siano, come detto prima, le iniziali dei Re magi (dove la C può essere sostituita con la K di Kaspar - dipende dalle zone), e questa ipotesi potrebbe essere suffragata dal fatto che la benedizione del gessetto era inserita nel nel Rituale Romanum, specificatamente per scrivere la frase sulla porta. Per altre, invece, corrisponde all'acronimo di "Christus Mansionem Benedicat" (Cristo benedica questa casa). L'anno deve essere quello appena iniziato (quindi nell'anno successivo bisognerà aggiornare il numero finale), e l'asterisco è, come detto prima, la Stella Cometa che ha guidato i Magi al Bambin Gesù (anche se non tutti disegnano l'asterisco, ma lo sostituiscono con un'altra croce).

A questo punto il parroco benedice dei gessetti che sono poi distribuiti agli Sternsinger (i Cantori della Stella) o anche detti Caroler, gruppi di ragazzi e adulti travestiti da Re Magi, i quali intonano canti tradizionali (Dreikönigslieder). Essi passano di casa in casa ad apporre la benedizione sull'uscio di casa, ricevendo in cambio offerte a scopo benefico, dolci o doni.

E' comunque reale (e probabilmente anche più diffusa), la versione che mi diede il proprietario del B&B. La scritta della benedizione può apporla di casa in casa, oltre che gli Sternsinger, anche il parroco, ma nelle località dove queste figure non giungono, la può apporre il capofamiglia seguendo questo rito (in realtà, come detto in precedenza, vi sono svariate tipologie di questa benedizione, altre le indicherò di seguito).
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Benedizione della casa nel giorno dell'Epifania con il gesso

Come accennato prima, per apporre la scritta bisogna avere un gessetto e dell'acqua benedetti. Ci si reca quindi dal parroco per farseli benedire. Una curiosità: nelle zone dell'Alto Adige fanno benedire anche dell'incenso e del sale. Il sale è messo nell'acqua benedetta per non farla gelare, perché loro hanno temperature sicuramente più basse.
Questa particolare benedizione venne inserita nel Rituale Romanun, denominata Benedictio Cretae. Di seguito potete vedere delle immagini e descrizioni relative a questa benedizione presenti proprie in alcune edizioni del Rituale Romanum.

 
 
La traduzione della benedizione descritta è la seguente:
 
V/. Il nostro aiuto è nel nome del Signore
R/. Che ha fatto il cielo e la terra
V/. Il Signore sia con voi
R/. E con il tuo spirito

Benedici, Signore Dio, questa terra (o questo gesso) tua creatura: perché abbia un salutare effetto per il genere umano; e concedi, per invocazione del tuo santissimo nome, che chiunque l'avrà gustata o con essa avrà scritto sulle porte di casa sua i nomi dei tuoi santi Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, per la loro intercessione e i loro meriti, riceva la salute del corpo e la protezione dell'anima.
Per Cristo nostro Signore
Amen

Si asperge poi il gessetto di acqua benedetta.

Alcuni indicano la possibilità di benedire il gessetto anche da parte del capofamiglia, senza ottenerla dal parroco (personalmente questa soluzione la scarterei, preferisco che siano benedetti da un sacerdote). Comunque la formula e preghiera non differiscono molto da quella sopra citata.

Benedizione "casalinga" del gessetto
Capofamiglia Il nostro aiuto è nel nome del Signore
Famiglia Che ha fatto il cielo e la terra
Capofamiglia Il Signore sia con voi
Famiglia E con il tuo spirito
Capofamiglia Preghiamo
L'amore di Dio benedica questo gesso che ha creato, sia di aiuto alla nostra gente, e per il suo Santo Nome, per i suoi Santi Gaspare, Melchiorre e Baldassarre che scriveremo sulla porta della nostra casa, il Signore interceda perché questa casa riceva la salute del corpo e la protezione dell'anima di chi la abita e di chi la visita.
Per Cristo nostro Signore
Amen


A questo punto, segue la benedizione della casa, ponendo sull'architrave la scritta 20*C+M+B+20 e pronunciando questa frase:

I tre Re Magi, Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, hanno seguito la stella del Figlio di Dio che si è fatto uomo duemilaventi anni fa. Il Signore benedica questa casa e ci accompagni in questo nuovo anno.
Amen


Si asperge successivamente di acqua benedetta l'ingresso di casa.

Il sito Benedicaria, che tra l'altro si occupa di credenze popolari e tradizioni, indica invece il seguente passo del Vangelo da recitare durante l'apposizione della scritta:

Dal Vangelo secondo Giovanni (1,1-3;14)
In principio era il Verbo, (scrivere: 2)
e il Verbo era presso Dio (scrivere: 0)
e il Verbo era Dio. (scrivere +)
Egli era in principio presso Dio. (scrivere: C)
Tutto è stato fatto per mezzo di lui, (scrivere: +)
e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. (scrivere: M)
E il Verbo si fece carne (scrivere: +)
e venne ad abitare in mezzo a noi; (scrivere: B)
e noi vedemmo la sua gloria, (scrivere: +)
gloria come di unigenito dal Padre, (scrivere: 2)
pieno di grazia e di verità.
(scrivere: 0)

(la casa viene aspersa di acqua benedetta ed incensata)  

A seguire si recita quindi la seguente preghiera:

 Ti chiediamo, Signore, di benedire questa casa e quanti vi vivono. In questa casa regnino sempre amore, pace e perdono. Concedi alle persone che la abitano sufficienti beni materiali e abbondanza di virtù; siano accoglienti e sensibili alle necessità altrui; nella gioia ti lodino, Signore, e nella tristezza ti cerchino; nel lavoro trovino la gioia del tuo aiuto, e nella necessità sentano vicina la tua consolazione; quando escono, godano della tua compagnia, e quando tornano sperimentino la gioia di averti come ospite; questa casa sia davvero una chiesa domestica in cui la Parola di Dio sia luce e cibo, e la pace di Cristo regni nei cuori di chi la abita fino ad arrivare un giorno alla tua casa celeste. Per Cristo, nostro Signore
Amen

Volendo si può terminare la benedizione con un Padre Nostro.

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Altre formule possono essere le seguenti:

Benedizione della casa nel giorno dell'Epifania con il gesso in uso nell'altopiano del Renon


Benedizione della casa nel giorno dell'Epifania con il gesso in uso presso la Parrocchia di Ponte dei Nori (VI)



Benedizione della casa nel giorno dell'Epifania con il gesso in uso presso la Parrocchia di Vanzaghello (MI)

A Vanzaghello forniscono anche una lavagnetta su cui scrivere 20*C+M+B+20, da applicare sull'architrave
Immagine tratta dal sito dell'Abbazia di Santo Stefano - Genova

Sono state preparate delle bustine contenenti gessetto e istruzioni per la benedizione della casa nel giorno dell'Epifania, da distribuire ai fedeli dopo la Santa Messa odierna
Inutile dire che sono rimasto molto affascinato da questa tradizionale benedizione, e pur non essendo tipica delle nostre zone, ho voluto eseguirla stamane a casa, come potete vedere dalle due foto in apertura dell'articolo (ho provveduto a far benedire i gessetti e l'acqua). Spero possa essere di buon auspicio per questo nuovo anno...

P.S. rimanendo in tema di tradizioni, ma stavolta locali, vi rammento che in passato, nelle nostre zone (alto milanese) e Brianza, lo scambio dei doni avveniva nel giorno dell'Epifania, e non a Natale. Ricordatevi quindi di fare un piccolo regalino ai vostri cari anche in questo giorno, e nella notte precedente la festività, di porre sul davanzale della finestra acqua, pane e fieno per i cammelli dei Magi!
Inoltre non può mancare sulle nostre tavole quello che negli anni è diventato il dolce tipico dell'Epifania nel Varesotto, il cammello di pasta sfoglia.
E se è vero che l'Epifania tutte le feste porta via, non scordiamoci che tra una decina di giorni saremo pronti a bruciare il falò di Sant'Antonio, dove nella questua della legna andrà intonato il seguente testo:

Tòni, Tòni, brüsa la barba
Tòni, Tòni, brüsa ul barbìn
Nüm sem chì, bulèta sparà
Ma sant'Antoni al va unurà.
Tòni, Tòni, brüsa la barba
Tòni, Tòni, brüsa ul barbun!


Fonti:
Testimonianze orali e scritte di conoscenti
Parrocchia di Ponte dei Nori
Parrocchia di Vanzaghello
https://www.sternsinger.de/
https://blog.libero.it/benedicaria/
https://shema.it/
https://www.cantualeantonianum.com/


6 commenti:

  1. Bellissimo articolo, è una tradizione che non conoscevo, nonostante abbia io stesso scritto un articolo sui re magi nelle nostre zone. Dovrò aggiornarlo, quindi grazie di questa perla. :D
    Posso immaginare che sia così diffusa in quelle zone a causa del culto che si tributa ai tre re nella cattedrale di Colonia, dove sono custoditi i loro corpi dopo essere stati trafugati da Milano.

    Mauro

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    1. Grazie Mauro, si probabilmente influisce anche il fatto che in terra teutonica siano presenti i corpi dei Re Magi, e quindi sia diffusa in quelle zone. Aspetterò poi con ansia di leggere il tuo articolo relativo ai Re Magi!
      Ciao, a presto!
      Ferruccio

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    2. P.S. mi sono addentrato in un campo che per me è un pò ostico, poco conosciuto. Sicuramente è più "pane per i tuoi denti", sono sicuro che se tu ci dovessi lavorare sopra, troveresti ulteriori notizie/aggiornamenti e/o correzioni da apporre!

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    3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    4. E' un vecchio articolo in realtà. Ecco a te. :D

      https://libroagrifoglio.blogspot.com/2016/09/i-re-magi-milano.html

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    5. Grazie Mauro, letto, molto interessante come sempre, salvato tra i preferiti!
      A presto!
      Ferruccio

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