giovedì 3 aprile 2014

GIORNATE FAI DI PRIMAVERA 2014 (parte seconda): sede RAI MIlano, Moto Guzzi e Villa Pizzi

Eccoci al secondo appuntamento che quest’anno abbiamo dedicato alle giornate FAI (il resoconto della prima parte lo trovate qui).

Di buona ora ci rechiamo in centro a Milano: l’appuntamento è per le 10.00 davanti alla sede milanese della RAI, ma per le 9.00 siamo già presenti all’ingresso, in modo da evitare le probabili code dei visitatori. L’attesa passa velocemente chiacchierando con altre persone, e finalmente, dopo aver formato un gruppo di cinquanta persone, accediamo alla RAI. Accolti dalla nostra guida e dopo una breve spiegazione, entriamo nell’edificio principale.

Edificio progettato nel 1939 da Giò Ponti e Nino Bertolaia, richiama gli schemi classici dell’architettura fascista di quel periodo, con strutture razionali e dalle linee pulite. Agli albori la struttura accolse l’EIAR (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche), mentre nel gennaio del ’54 qui si diede il via alla prima trasmissione della nostra televisione di stato.
Svariati sceneggiati e opere, si registrarono in questi studi, ma piano piano, crescendo di popolarità e quindi avendo bisogno di girare molte più scene e trasmissioni, si rese necessario acquisire nuove strutture, ecco perché si inaugurarono nel 1962 gli studi “RAI Fiera” (dove si girarono tra gli altri, “Lascia e Raddoppia” e “Portobello”). In seguito, dismessa la produzione in “RAI Fiera”, si utilizzarono gli studi di via Mecenate, attualmente in uso.

Ma torniamo alla nostra visita: entrando ci perdiamo subito in un dedalo concentrico di corridoi ! La nostra guida ci spiega che in realtà questo è dovuto al fatto che l’edificio, per avere un’ottima insonorizzazione, è composto di sette cubi contenuti uno nell’altro (una specie di matrioska, tanto per capirci).
Il primo studio che visitiamo, è quello da cui è trasmesso il TG3 Regionale: quello che fa impressione, è sicuramente la presenza di centinaia di fari dalle svariate dimensioni appese alle infrastrutture sopra lo studio (che di per sé, al di fuori della scenografia, sarebbe alquanto ameno e malconcio). Le scrivanie e monitor che vedo tutte le sere in TV (non mi perdo mai il TGR), sono di fronte a me…il tutto pare molto più piccolo rispetto a quanto visto in televisione, ma sicuramente non meno affascinante. Ci viene fatto vedere anche il “gobbo” moderno, ormai incorporato nella telecamera, mentre una volta era manuale !

Passiamo poi a visitare l’ex studio della filarmonica della RAI milanese, oggi trasformato in piccolo museo dove sono conservati alcuni degli abiti indossati durante sceneggiati e trasmissioni di successo. Dopo un ulteriore giro per i corridoi, arriviamo nello studio dove erano registrate le trasmissioni radiofoniche. Alle pareti e soffitto è ancora presente l’isolamento dell’epoca, davvero di pregevole arguzia e ingegneria. Qui si svolgevano i cosiddetti sceneggiati radiofonici, ovverosia raccontati alla radio. L’abilità degli attori era di trasmettere con la sola voce stati d’animo, emozioni e sentimenti in modo da far immaginare all’ascoltatore di vedere la scena, ma soprattutto era di vitale importanza la figura del “rumorista”, ovverosia una persona che riproduceva un determinato rumore richiesto dal copione. Nello studio è, infatti, presente una scalinata che ha la particolarità di avere i gradini metà di marmo e metà di legno, in modo da riprodurre un suono diverso, mentre interessantissimo è stato vedere la “scatola del rumore”, ovverosia un parallelepipedo rettangolare dove sono presenti porte, finestre, tapparelle e altre cose, che anche qui servivano a far sentire diversi rumori.
Il giro prosegue lungo la lussuosa scalinata interna sempre progettata da Ponti, per poi passare nell’ufficio del direttore della sede milanese. Quest’ufficio presenta ancora gli arredi originali dell’epoca, bellissimi, semplici ma funzionali ed eleganti.

Infine siamo portati in una piccola sala di visione, dove ci proiettano un lungometraggio che illustra tutte le principali trasmissioni, sceneggiati e protagonisti di questi 60 anni di RAI. Volti e musiche conosciute ritornano alla mente, portandoci indietro nel tempo e regalandoci ancora qualche emozione…ma soprattutto ci si rende conto che l’attuale TV, confrontata con quella, permettetemi il termine, è davvero spazzatura.
La nostra visita alla RAI finisce dopo circa 45 minuti…troppo breve questo periodo di tempo per vedere altre interessanti cose, ci aspettavamo di più, ma nonostante tutto è stata un’esperienza davvero particolare e simpatica. All’uscita rimaniamo impressionati dalla coda di visitatori che si è formata…agli ultimi viene comunicato che ci sono almeno due ore d’attesa…con Sabrina ci guardiamo negli occhi capendoci al volo: avremo fatto anche una levataccia (per modo di dire), ma almeno abbiamo evitato una lunghissima coda !

Bene, ci attende la seconda meta della giornata: la Moto Guzzi di Mandello del Lario. All’arrivo sul lago un vento sferzante e abbondanti scrosci d’acqua ci accolgono imperiosi. Trovato con qualche difficoltà un parcheggio, ci rechiamo all’ingresso della Guzzi. Esternamente (e anche internamente, come vedrò poi) la fabbrica dà l’idea di vecchio, superato (è stata fondata e costruita nel 1921), ma sicuramente è questo il suo punto di forza visivo, un legame indissoluto con le sue origini, tradizioni e il suo territorio. Saltiamo anche qui la lunga fila, essendo soci FAI, e ci rechiamo nel reparto assemblaggio motori. In bella vista ci si presenta la linea di montaggio a loro dedicata, motori semiassemblati, ancora esplosi o già montati sono presenti in vari punti. Avvitatori, trapani, componenti meccanici ed elettrici sono disposti nelle varie postazioni, dove gli operatori eseguiranno il montaggio del cuore pulsante della moto.
Usciti dal reparto motoristico, siamo a un bivio: andiamo al museo o alla galleria del vento ? Optiamo per quest’ultima. Si tratta di un grosso “cono” orizzontale posto all’aperto, dove al suo centro è presente la postazione di fissaggio della moto, mentre da una parte si ha l’ingresso dell’aria e dalla parte opposta l’uscita della stessa. Il vento è creato da un grosso motore dotato di pale aeree, in modo da ricreare l’effetto vento. Creata nel 1950, la galleria del vento era l’unica presente in Europa a quell’epoca, e addirittura anche le case costruttrici concorrenti della Guzzi venivano qua a Mandello a provare l’aerodinamica delle loro moto. Poi purtroppo negli anni è stata dismessa perché tecnologicamente superata…ora è la Guzzi che va altrove a testare le sue moto, e questo è davvero un peccato non essere riusciti a stare al passo con i tempi, anche se immagino che una simile struttura abbia determinati costi di gestione.

Superiamo dei vecchi capannoni, e ci rechiamo al museo dell’aquila: qui si respira davvero la storia e gloria del marchio. Il rosso sfavillante, acceso e ancora grintoso delle vecchie moto degli albori, ci riporta indietro nel tempo. Moto che paiono sgraziate e antiquate rimangono però di un fascino fantastico, indescrivibile. Sagome meccaniche squadrate e semplici che in quegli anni erano il top tecnologicamente parlando, ci fanno immaginare ancora oggi il rombo del motore di queste nonnette, sfrecciando tra nugoli di polvere, cogliendo l’ammirazione del passante di turno. Raccontano l’epoca d’oro della Guzzi, dove il marchio s’impose anche oltre i confini nazionali, riscuotendo un successo incredibile.
Finiamo di visitare il museo, passando per la sezione enduro (regolarità), i ciclomotori, la sezione racing, e le vecchie California in dotazione alla polizia americana, e ci trasferiamo, attraversando un ampio cortile, nella sezione di assemblaggio moto. Anche qui le linee di montaggio paiono snelle, essenziali ma efficienti, adiacenti alla zona di collaudo motori. Un’esposizione delle moto di ultima generazione ci porta nella modernità attuale, facendoci assaporare la bellezza delle linee ormai tondeggianti, curve e molto avveniristiche. Bellissime sono la Stelvio (che rientra nella categoria maxienduro – moto da viaggio che prediligo) e la California, recentemente aggiornata, dalla linea molto filante.

Un mix di sensazioni retrò, storiche e di aspetti tecnologici moderni ci porta lunga l’uscita dalla Guzzi, regalandoci un pomeriggio intenso e “nazionalista”, dove ci si sente orgogliosi di un marchio italiano. Spero che la Guzzi sia definitivamente uscita dalla crisi attraversata qualche anno fa, rilanciandosi come marchio anche al di fuori dal nostro paese, e soprattutto spero che il motociclista italiano torni ad apprezzarla, lasciando perdere per una volta le moto straniere di cui spesso tessiamo lodi esagerate, senza guardare prima gli ottimi prodotti di casa nostra. Arrivederci Moto Guzzi, chissà che un giorno i nostri destini si rincontrino magari guidando una bella Stelvio !!!
Torniamo alla macchina, e la vicinanza alla Valsassina ci fa eseguire una piccola deviazione: risaliamo quindi questa valle per recarci allo spaccio alimentare dell’Alva , dove facciamo incetta di buonissimi salumi. Arrivando siamo accolti da una copiosa nevicata, il freddo è pungente, fortunatamente la sosta è breve, e tornando verso il lago, il tempo sembra migliorare, regalando anche sprazzi di sole.

Ci avviamo quindi sulla strada di casa, non prima, però, di dirigerci a visitare l’ultima attrazione della giornata in località Cremella: Villa Pizzi (ex Villa Kramer).
Si tratta di una villa del XVIII secolo di stile principalmente barocco. Superato il porticato d’ingresso, si possono notare ancora i locali adibiti a scuderie (vi sono ancora presenti gli anelli murati alle pareti dove si legavano i cavalli), mentre avanzando di qualche centinaio di metri, arriviamo all’ala principale della villa. Di fronte si apre un ampio giardino, dove un faggio e un cedro del Libano entrambi di circa 300 anni si mettono in mostra in tutta la loro imponenza.

Entriamo quindi nella villa, dove è visitabile solo il pian terreno. Ampi saloni ad archi, eleganti e armoniosi, ci accolgono, facendoci quasi sentire dei “piccoli” nobili. Gli arredi nel corso degli anni sono stati mutati, pur non perdendo in bellezza e sontuosità. In una sala troviamo un bellissimo camino ricavato nella parete, ai cui lati vi sono ancora presenti delle piccole panche di legno dove ci si sedeva per riscaldarsi. Questi camini sono una caratteristica della nostra zona prealpina, in quanto li ho visti in tante altre vecchie abitazioni, crotti e strutture da me visitati.
La visita è piuttosto breve, data l’esiguità dei locali visitabili come detto in precedenza. Ci voltiamo un’ennesima volta a vedere l’ingresso della villa, davvero di pregevole fattura architettonica: la pioggia fa il suo ritorno, inzuppandoci per il tragitto che ci divide dal “Pandino”. Stanchi ma felicemente orgogliosi di aver contribuito alla visita di questi beni patrimoniali che ci regala la nostra Italia, con calma ci dirigiamo verso casa.

Grazie FAI per averci regalato questi due splendidi giorni…ti diamo appuntamento alle prossime “Giornate di primavera del 2015” !!!
Di seguito trovate un’abbondante reportage di foto sui luoghi visitati (soprattutto della Guzzi). Fotografie eseguite da Sabrina Gatti.

SEDE RAI
 
Antenna trasmettitore

Studio del TG3 Regionale

Carrellata di abiti storici utilizzati in sceneggiati e trasmissioni RAI





Il soffitto e lampade di uno studio, opera di Gio Ponti

Vecchia telecamera

La scatola dei suoni

La scala in metà marmo e metà legno per riprodurre i suoni della camminata su di una scalinata

Studio radio


Vecchia postazione di lavoro di un dirigente RAI

La scala interna, opera sempre di Gio Ponti


MOTO GUZZI

Reparto motori


Esploso di un motore

Motore in fase di assemblaggio

Linee assemblaggio motori



I vecchi capannoni ancora utilizzati

Verso la galleria del vento

Galleria del vento

Moto in galleria del vento



L'elica della galleria del vento

Carrellata delle vecchie moto presenti nel museo




Foto aerea della fabbrica - 1958





Vecchi motori

Modellino in scala della galleria del vento
















Moto polizia americana

I famosi CHIPS

Paris - Dakar










Moto in linea d'assemblaggio

Disegno di un motore

Linee d'assemblaggio


Collaudo moto


Si eseguono delle registrazioni sulla moto appena collaudata

La bellissima Stelvio

Serbatoi


La V7





L'imponente scarico della Stelvio


Moto in attesa di collaudo


La California

 
Neve in Valsassina



Lo spaccio dell'Alva
 
VILLA PIZZI
 
 
L'anello incastonato nel muro per legare i cavalli



La villa


Panorama brianzolo

Faggio e cedro del Libano secolari


Gli interni della villa




Il caminetto

 

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