giovedì 26 giugno 2014

L'Aureus di Nicola Ferri...

Puglia, terra di mare, sole, arte, storia e grandi tradizioni agricole ed enogastronomiche...

Sono questi i punti di partenza di Nicola Ferri, deus ex machina dell'omonima azienda Cantine Ferri, presente sul territorio da ben quasi un secolo. La famiglia Ferri tramanda il proprio sapere trasformandolo in vini d'eccellenza, ottenuti dalle classiche uve autoctone locali, quali il Bombino nero e bianco, Primitivo e Nero di Troia. Ma l'azienda ha ampliato i propri orizzonti "sperimentando" la coltivazione anche su vitigni internazionali, come per esempio Chardonnay e Cabernet Sauvignon.

Ho scoperto questa cantina per puro caso, leggendone commenti entusiastici tra i meandri di un noto forum "enologico"...e così ho provveduto a ordinare direttamente a Nicola qualche cartone dei suoi vini. Mi preme innanzitutto dire che Nicola Ferri, pur non avendolo mai conosciuto di persona, è estremamente squisito e gentile. Condizioni accertate negli scambi di mail, dove addirittura si è prodigato più volte a invitarmi ad andare a trovarlo sia in occasione del Vinitaly di quest'anno, sia in Puglia da lui. Purtroppo entrambe le cose non sono state realizzate, ma non escludo che nell'eventualità di una futura vacanza pugliese, non possa cogliere l'occasione di andare a trovarlo e conoscerlo.

Tre i vini acquistati da lui: "L'Aureus", "Oblivio" e "Memor".

Oggi nello specifico voglio parlarvi dell'Aureus, ottenuto dal vitigno Chardonnay.

L'Aureus IGT Puglia
Vitigno: Chardonnay
Titolo alcolometrico: 14%
Annata: 2009
Lotto: L 11.351
Produttore: Cantine Ferri

Dai dati presenti in etichetta, il produttore dichiara un affinamento in piccole botti di rovere, consigliando di abbinarlo a pesce, frutti di mare e formaggi poco stagionati.

Appena versato nel bicchiere, rimango quasi "abbagliato": un colore giallo dorato che sprigiona una lucentezza impressionante, mette in risalto la cristallinità del vino.
Un profumo intensissimo di vaniglia colpisce subito, ricollegandoci al passaggio in legno subito, per poi aprirsi su frutti come pompelmo, limone, pesca gialla, litchi, frutta secca e candita. Un richiamo a more di gelso bianche e camomilla chiudono l'ampio spettro olfattivo, non prima, però, di regalare uno sbuffo finale di note iodate, mentolate...

Il vigore e pulizia dell'attacco in bocca è stupefacente: dritto, con un'acidità filante, tagliente ma ben supportata dalla morbidezza alcolica e da una grande struttura, regala sorsi di autentica goduria. Il 14% del titolo alcolometrico, che all'inizio può anche spaventare, in realtà è assolutamente impercettibile, ben mascherato da un equilibrio generale davvero eccellente.
Chiusura in bocca di grande spessore, con una persistenza interminabile, dove ancora sono richiamati sentori di vaniglia e frutta a polpa gialla.

Ma cosa abbinare a questo vino ? Anche se il buon Nicola suggerisce pesce e formaggi giovani, io percorro strade alternative.
L'orto di casa in questo periodo regala dei sublimi fiori di zucca. Ed ecco che quindi arriva una delle ricette di punta di casa Carnelli: i fiori di zucca ripieni !!!

La preparazione è molto semplice, in realtà si perde solo un poco di tempo nel riempire i fiori con il relativo composto.

Ingredienti:

  • una ventina di fiori di zucca
  • la mollica di un panino
  • pan grattato
  • 100 g di prosciutto cotto
  • 50 g di porcini secchi
  • sale e pepe
  • 2 uova
  • 1 mozzarella
  • latte
  • una spolverata di parmigiano reggiano

Preparazione

Si fanno rinvenire i funghi in acqua calda per circa un'ora, mentre in un'altra ciotola mettete la mollica del pane a bagno nel latte. Nel frattempo lavate i fiori, togliendogli il pistillo e tagliando la parte del gambo. Il fiore deve essere quindi aperto a entrambe le estremità.
Rigorosamente a coltello, taglio in maniera fine il prosciutto, i funghi (ben scolati dall'acqua) e la mozzarella. Verso quindi il tutto in un recipiente, a cui aggiungo sale e pepe, oltre al parmigiano reggiano e alla mollica ben strizzata. Rimescolo energicamente, ottenendo un composto ben amalgamato.
Ora arriva la parte più "complicata": farcire i fiori. Dall'apertura lasciata dall'assenza del gambo, con pazienza inserisco con l'aiuto di un piccolo cucchiaino il mio ripieno, fino a "gonfiare" del tutto ogni singolo fiore. A questo punto, in una fondina sbatto con l'aiuto di una forchetta le due uova, con un pizzico di sale e pepe. Immergo a turno i fiori, per poi ricoprirli di pan grattato.
Ed ecco la fase finale: la frittura. Portato a temperatura l'olio in una padella ben capiente, cuocio i fiori, premurandomi di rigirarli spesso. Una volta raggiunta una consistente doratura e croccantezza (mi raccomando, non fateli bruciare), i fiori sono pronti per essere portati in tavola.

Vi posso garantire che sono squisiti, difficilmente troverete una ricetta più gustosa per la frittura dei fiori di zucca. Croccanti ma allo stesso tempo morbidi, dove spicca in modo particolare il gusto deciso dei porcini e del parmigiano, ma anche la delicatezza di prosciutto cotto e mozzarella, hanno ben sposato la nostra bottiglia di "L'Aureus", che ha supportato il tutto con una grande freschezza e sapidità.
Sulla tavola hanno trovato poi anche posto prosciutto di San Daniele, melone e lo stupefacente Parmigiano Reggiano 36 mesi della Latteria Vo Grande.

Nelle foto troverete in successione le fasi salienti della preparazione dei fiori di zucca !

La materia prima
 

Lavati e messi ad asciugare
 
Il "ripieno"
 
Fiori di zucca pronti per la padella
 
Parte posteriore...
 
Crudo di San Daniele e melone
 
La tavola imbandita...
 

Gli attori protagonisti: Aureus e fiori ripieni...
  
Parmigiano, Aureus, Londra, Parigi, Milano...
 
Il primattore...

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